Per l’Uoc Urologia dell’ospedale Magalini di Villafranca la menzione speciale al Concorso Best Practice 2023.
Eccellenze nella sanità, menzione speciale per il Magalini di Villafranca al Concorso Best Practice 2023, istituito dalla Fondazione Onda. Il riconoscimento va in particolare all’Uoc Urologia diretta da Giuseppe Pecoraro, con questa motivazione: “Per l’impegno e l’attenzione profusi nella gestione delle complicanze funzionali post operatorie del tumore della prostata”.
Si tratta del primo Concorso Best Practice che la Fondazione Onda – l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere – promuove nell’ambito del Bollino Azzurro, riservato alla salute maschile. Dal 2005 la Fondazione con sede a Milano promuove un approccio alla salute orientato al genere. E con questo concorso ha conferito i riconoscimenti alle migliori strutture ospedaliere che si sono distinte per l’approccio all’avanguardia e interdisciplinare nella gestione delle complicanze funzionali post trattamento per tumore della prostata.
Le conseguenze del tumore alla prostata.
Sono circa 564.000 gli italiani con pregressa diagnosi di tumore della prostata, la neoplasia più frequente nella popolazione maschile, che rappresenta oltre il 19,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati negli uomini. In Italia ogni anno vengono diagnosticati 37 mila nuovi casi di tumori alla prostata. Di questi circa 20 mila vengono sottoposti a trattamento radicale chirurgico, ossia con asportazione della prostata in toto; un trattamento da eseguire o in laparoscopia o robot assistito.
Anche con le metodiche chirurgiche più innovative, la prostatectomia radicale porta a due importanti conseguenze funzionali: l’incontinenza urinaria (5-10 per cento dei casi) ossia dai mille ai duemila pazienti all’anno e, con maggior frequenza, la disfunzione erettile. Quest’ultima arriva fino al 80 per cento dei casi. Qualora non venga applicata la tecnica chirurgica che permette di asportare la prostata risparmiando i fasci di nervi responsabili dell’erezione (“nerve sparing”). Conseguenze invalidanti che hanno un impatto negativo sulla qualità di vita, arrivando – in alcuni pazienti – alla perdita della vita sociale e a sindrome depressiva.
Pecoraro: “Le soluzioni ci sono”.
“Negli ultimi venti anni, da quando la valutazione della qualità di vita cammina di pari passo con l’obiettivo della guarigione dal tumore – afferma Giuseppe Pecoraro – si è cercato di trovare soluzioni ai problemi consequenziali. Perché sia per l’incontinenza urinaria che per il deficit erettile le soluzioni ci sono. Adottando percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA) in cui sono coinvolti, tra le altre figure professionali, sia fisiatri che neurologi e psicologi. Per l’incontinenza urinaria, oltre al trattamento fisioterapico pre e post operatorio, adottiamo trattamenti mini invasivi oppure, nei casi più gravi, l’impianto dello sfintere artificiale. Con questi approcci siamo in grado di poter risolvere qualunque tipo di incontinenza da deficit sfinterico”.
“Per prevenire la disfunzione erettile – prosegue Pecoraro – eseguiamo la prostatectomia “nerve sparing”, laddove indicato. Aggiungiamo a ciò la riabilitazione andrologica precoce con terapia con farmaci per bocca o per infusione diretta. Nei casi che non rispondono a queste terapie, proponiamo il posizionamento della protesi peniena. E anche la disfunzione erettile può essere quindi corretta. Ciò può aiutare ancora meglio il percorso di guarigione della malattia tumorale. Studi recenti infatti sottolineano come uno stato psicologico positivo sia propedeutico in tal senso”.