Minacciava la madre di morte: condannato a un anno per stalking.
Minacce di morte e violenza contro la madre: un uomo di 29 anni di origini marocchine è stato condannato a un anno per stalking. La madre, una donna di 49 anni, dopo una serie di gravi episodi culminati in minacce e violenze, spesso davanti sorellina di nove anni, lo ha denunciato. Come riporta il Corriere di Verona.
L’episodio più inquietante è stato il 22 aprile scorso. Il giovane, in stato di alterazione da alcol o droghe, ha raggiunto la madre fuori dalla scuola della sorellina, pretendendo denaro. Non trovando risposta alle sue richieste, ha iniziato a urlare minacce di morte: “Ti sgozzo, ti brucio la macchina”. La scena, davanti alla bambina terrorizzata, ha richiamato l’attenzione di una maestra che intervenendo ha cercato di calmare la situazione. Poco dopo, l’uomo ha danneggiato l’auto della madre nel parcheggio della scuola.
Non era la prima volta che il ventinovenne metteva in atto comportamenti minacciosi e violenti. Il 18 giugno, l’uomo ha inseguito la madre per strada, gridandole contro minacce di morte, ancora davanti alla sorellina. La donna, spaventata, è riuscita a mettersi al sicuro salendo in auto con la bambina, ma non prima che il figlio la chiamasse ripetutamente al telefono per continuare a intimidirla.
Questi episodi erano diventati parte di una routine di abusi che la madre non riusciva più a sopportare. Esausta e preoccupata per la propria incolumità e quella dei figli più piccoli, la donna aveva lasciato la casa familiare e trovato rifugio altrove.
Dopo mesi di violenze e richieste di denaro, la donna ha deciso di denunciare il figlio. Le indagini condotte dal pubblico ministero hanno portato il 28 giugno all’applicazione della misura degli arresti domiciliari per il 29enne. Ad oggi si trova nel carcere di Montorio per un altro procedimento penale, oltre alla recente condanna per atti persecutori aggravati.
La sentenza, emessa il 18 dicembre, ha riconosciuto la gravità della situazione: le minacce ripetute, la presenza della bambina come testimone e lo stato alterato dell’uomo durante gli atti persecutori hanno contribuito a un clima di terrore che ha segnato la vita della madre e dei suoi figli.