Tenta di vendere l’auto, ma viene coinvolto in una storia di minacce ed estorsioni.
Le sue intenzioni erano chiare: voleva vendere la sua auto, una Mercedes cabrio, e con il ricavato mettere in piedi una piccola attività. E’ così che un giovane di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, ha pubblicato l’annuncio su uno dei tanti siti specializzati.
Dopo poche ore è stato contattato telefonicamente da un possibile acquirente, residente nel Padovano. Solo che all’incontro, fissato per concludere la compravendita, si sono presentati un uomo e una donna, due nomadi di 26 e 27 anni residenti a Udine. E la donna, in particolare, affermava di essere titolare di una concessionaria di auto a Verona.
Ed è qui che la vicenda ha iniziato a prendere una brutta piega: alla richiesta del giovane piacentino di ricevere quanto convenuto prima della firma del passaggio di proprietà, l’acquirente ha cambiato atteggiamento e i suoi modi di fare sono diventati sempre più intimidatori fino alle esplicite minacce. Forti, a loro dire, della vicinanza alla nota famiglia Casamonica di Roma.
A questo punto, temendo per la propria incolumità, il venditore piacentino ha firmato il passaggio di proprietà senza nulla in cambio. Non solo, ma è stato costretto ad inviare tramite WhatsApp sul telefono dell’acquirente un messaggio nel quale ha dovuto falsamente dichiarare che l’autovettura era stata venduta al prezzo di soli 3.600 euro in quanto presentava problemi al cambio e al motore.
In realtà, l’autoveicolo era perfettamente funzionante, così come del resto appurato successivamente da una perizia eseguita da un tecnico della casa madre. Nei giorni a seguire tutte le telefonate e i messaggi che il giovane ha inviato all’acquirente, sollecitandolo a saldare il dovuto, non hanno sortito alcun effetto.
A questo punto, rendendosi conto che non sarebbe stato più in grado di gestire la situazione da solo, ha deciso di denunciare l’accaduto ai finanzieri della Tenenza di Castel San Giovanni che hanno iniziato ad indagare sull’intera faccenda.
I militari hanno così scoperto che i due giovani, nei quali si è imbattuto il piacentino, avevano diversi precedenti penali specifici e che, pochi giorni dopo, avevano già rivenduto l’auto ad un altro soggetto, un giovane di quasi trent’anni residente a Udine, ad un prezzo apparente di 3.900 euro. Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Venezia, le Fiamme gialle sono riuscite a rintracciare a Udine l’autovettura e, in collaborazione con i colleghi friulani, l’hanno sottoposta a sequestro.
Al termine delle indagini svolte al fine di appurare se vi fosse stata complicità tra la coppia e il nuovo proprietario, l’auto è stata affidata in custodia giudiziale al proprietario piacentino che, in questi giorni, è riuscito finalmente a portarla a casa, in attesa del dissequestro definitivo. Tutti e tre i soggetti sono stati denunciati per estorsione e ricettazione e ora rischiano una condanna sino a 6 anni di reclusione per il reato di ricettazione e sino a 10 anni per quello di estorsione.
Gli stessi sono risultati tutti nullafacenti e completamente sconosciuti al fisco, compresa l’attività commerciale della donna che pure, come è stato accertato, ha movimentato negli ultimi 5 anni più di un milione e mezzo di euro in compravendite di auto, senza mai dichiarare alcunché al fisco.