Firmato l’accordo fra i comuni di Verona e Negrar e l’associazione Il Carpino: al via il progetto di salvaguardia della Val Borago.
A tre anni dalla prima azione collettiva a salvaguardia del territorio della Val Borago, è stato firmato a Palazzo Barbieri l’accordo finale di collaborazione tra i comuni di Verona e Negrar con l’associazione Il Carpino, per la valorizzazione l’area naturalistica del sito di interesse comunitario.
Un piano d’intervento che riguarda oltre 38 ettari della più ampia area di quasi mille, che si estende a nord dei quartieri di Avesa e Quinzano fino a Montecchio di Negrar. L’obiettivo è quello di promuovere la conservazione della biodiversità della zona. L’accordo, che avrà una durata di 15 anni con possibile rinnovo, permetterà, oltre alla valorizzazione, anche la tutela e la conservazione della ricchezza naturalistica del bosco, con tutte le sue specie di flora e fauna.
Un piano di salvataggio della Val Borago, chiesto per lungo tempo dai cittadini e sostenuto dalle tante realtà, in primis l’associazione Il Carpino, coinvolta oggi nell’accordo e che, nell’estate 2020, fu promotrice del Fondo Alto Borago, un progetto di azione collettiva che puntava ad acquisire l’ampia area a rischio, attraverso donazioni e crowdfunding.
La questione aveva sollevato l’opinione pubblica.
“E’ stata un’avventura entusiasmante per noi e per tutti coloro che ci hanno sostenuto”, evidenziato il presidente dell’associazione “Il Carpino” Mario Spezia. “Ci ha permesso di entrare in contatto con una serie di collaboratori di grande livello. Ricordo il grande sostegno finanziario arrivato da parte di Fondazione Cariverona, che insieme alle donazioni dei volontari, ci ha permesso di affrontare un lavoro di studio e di intervento che è già arrivato a metà del suo percorso, per un importo complessivo di circa 282mila euro”.
L’area boschiva di oltre 38 ettari, a nord ovest della zona speciale di conservazione Borago-Galina, fra i Comuni di Negrar e Verona, rischiava di essere trasformata in un’area ad uso agricolo per la realizzazione di vigneti. Per impedire che ciò avvenisse si era sollevata l’opinione pubblica. Intesa San Paolo, interessata dall’operazione d’acquisto, avendo un credito nei confronti dell’allora azienda proprietaria della parte di fondo, ha rinunciato all’asta per realizzare il proprio credito e ha deciso di donare l’area ai Comune di Verona e Negrar.