Università di Verona: la tesi di Veronica Paternolli sull’intelligenza artificiale “maschilista” vince un premio.
L’intelligenza artificiale è maschilista: ad affermarlo è la 25enne neolaureata all’Università di Verona, Veronica Paternolli con la sua tesi. La vincitrice del premio di 1.500 euro sullo studio relativo a “discriminazione, benessere e questione di genere” è della Valsugana. Laureata in Diritto per le tecnologie e l’innovazione sostenibile, nella sua tesi formula delle linee guida legali, per sviluppatori e consumatori , al fine di sconfiggere le discriminazioni di genere nei sistemi di Ai.
In base alla ricerca condotta da Veronica, l’intelligenza artificiale sembra favorire uomini di razza bianca, con un background scientifico e che partecipano ad attività sportive come il calcio. Le candidate femminili, invece, risultano svantaggiate, soprattutto se sono madri o hanno avuto periodi di pausa dal lavoro per la maternità. Veronica argomenta che la responsabilità non ricade sulla macchina, bensì sull’essere umano. Sostiene che i pregiudizi dell’intelligenza artificiale riflettono quelli radicati nella nostra società.
L’Ai che sveste le donne.
Ci dirigiamo verso un futuro senza umanità, dove le macchine prenderanno il posto dell’essere umano? La realtà è che è sempre l’intervento dell’uomo a plasmare la tecnologia e a determinarne il destino. In un mondo dominato da pregiudizi, l’ultimo sviluppo nell’ambito dell’intelligenza artificiale sembra essere una funzione capace di “denudare” le fotografie.
Esiste un’applicazione che consente di caricare una foto di una persona completamente vestita. In pochi istanti ne restituisce una versione senza abiti. Questa funzione, chiamata “undressing”, è operativa solo su immagini di soggetti femminili.