Università di Verona: ricerca sull’antiaging per “ringiovanire” il cuore e il cervello.
L’Università di Verona sta facendo una ricerca sulla genetica dell’antiaging, cioè su come combattere gli effetti dell’invecchiamento sul cuore e sul cervello. Irene Treccani, una ricercatrice dell’università di Verona, ha vinto un premio per la migliore presentazione, al quindicesimo congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Risonanza Magnetica in Medicina.
Il progetto, finanziato dal Fondo sociale europeo insieme al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e al programma regionale veneto del Fondo europeo di sviluppo nazionale (Fesn). 2021-2027, ha come obiettivo di capire meglio e modellare il processo di invecchiamento concentrandosi sul cuore e sul cervello. Gloria Menegaz, un’insegnante di Bioingegneria elettronica e informatica all’Università di Verona, è la principal investigator del progetto.
Invecchiare porta a problemi strutturali e funzionali che influenzano la qualità della vita. Nell’attuale contesto socio-economico, parole come intelligenza artificiale sono molto importanti. Le malattie cardiache e neurodegenerative sono tra le principali cause di morte nelle persone anziane, ed è chiaro che siano strettamente collegate. Per questo motivo, studiare come interagiscono è una parte fondamentale della ricerca biomedica.
Nel lavoro presentato al congresso, sono state studiate le relazioni tra i fattori di rischio genetici e la perdita di tessuto cerebrale. Hanno scoperto che certe varianti genetiche sono legate alla perdita di tessuto in specifiche parti del cervello, e che questo può essere rilevato anche in un piccolo gruppo di persone.