L’Università di Verona ha accolto la vincitrice del bando Unicore, rifugiata in Uganda.
Il 3 ottobre scorso è arrivata a Verona la studentessa vincitrice del Bando Unicore. L’ateneo veronese da anni si impegna nell’accoglienza di studenti e studentesse rifugiati, provenienti da situazioni in cui la loro libertà accademica è compromessa. L’università ha infatti aderito alla rete internazionale Scholars at Risk, come riportato dalla piattaforma Univr Magazine.
Scholars at Risk è una rete che comprende 550 università, istituti di ricerca e associazioni di 42 Paesi. L’università di Verona sottolinea il suo impegno nei confronti degli studenti rifugiati e ne fa parte dall’anno della sua fondazione, il 2019. Dal 2023 è inoltre componente del nuovo Direttivo. La rete nasce con lo scopo di proteggere la vita e il lavoro accademico di studiosi e studiose, offrendo loro la possibilità di continuare il proprio percorso in Paesi differenti, tra cui l’Italia.
I vincitori delle borse di studio UNICORE.
Nello specifico, l’ateneo partecipa da anni al progetto UNICORE Univeristy Corridors for Regugees. I rifugiati accolti dall’Università di Verona sono originari di Kenya, Sud Africa, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe.
I vincitori delle borse di studio 2024, selezionati per merito e motivazione, sono atterrati a Fiumicino l’1 ottobre e la vincitrice del bando veronese è arrivata in città lo scorso 3 ottobre.
Si tratta di una studentessa originaria della Somalia e rifugiata in Uganda, ammessa al corso di laurea magistrale in Artificial Intelligence.
Nelle precedenti edizioni l’ateneo ha accolto una studentessa rifugiata in Zambia, originaria del Congo, ammessa al corso di laurea magistrale in Molecular and Medical Biotecnology. Il bando dello scorso anno ha portato a Verona uno studente del Sud Sudan rifugiato in Kenya, iscritto ora al corso di laurea magistrale in Economics and data Analysis.
La storia di Mohammed.
Mohammed Alruquimi è stato il vincitore del primo bando pubblicato dall’ateneo in riferimento alla rete Scholars at Risk nel 2022. Proveniente dalla Yemen, ha atteso a lungo per l’ottenimento del visto. Riuscito ad arrivare a Verona, nel 2023 è stato raggiunto dalla famiglia: moglie e 3 figli, ai quali è stato fornito supporto per le procedure-amministrative, ricerca delle scuole e apprendimento della lingua.
Mohammed racconta la sua esperienza di studente rifugiato accolto dall’Università di Verona e parla in questo modo della situazione nello Yemen: “Da quando il gruppo Houthi ha preso il controllo della capitale, ha interrotto i finanziamenti governativi per l’istruzione, compresi gli stipendi del personale. Negli ultimi anni molti professori sono stati licenziati, alcuni sono fuggiti dal Paese e altri sono stati incarcerati per aver espresso le proprie opinioni. Molti accademici sono passati a lavori non accademici per sopravvivere. Il gruppo Houthi ora esercita uno stretto controllo sulle università, utilizzando supervisori accademici e sindacati studenteschi che hanno molto potere”.
Oggi Mohammed è in servizio nel dipartimento di Informatica dell’Università di Verona. I fondi dell’ateneo e un confinanziamento del dipartimento di Informatica hanno permesso il rinnovo del suo assegno di ricerca fino a marzo 2025. Ma non mancano le sfide, come sottolinea lo stesso Mohammed: “Quando si parla di sfide, vengono in mente tre questioni principali correlate: l’adattamento della famiglia, il problema dell’alloggio e la sostenibilità della carriera”.