Una scoperta enigmatica durante gli scavi: sono stati trovati resti di uomini e animali nella necropoli pre-romana di Verona.
Nella necropoli del Seminario Vescovile a Verona, riaffiorano 16 sepolture preromane risalenti al III-I secolo a.C., con resti di uomini e animali. Una scoperta che solleva molti interrogativi sulle motivazioni di questa pratica sepolcrale. Le ragioni rimangono avvolte nel mistero, ma potrebbero indicare una relazione affettiva tra esseri umani e animali. O nel peggiore delle ipotesi essere il frutto di truculente pratiche sacrificiali di natura religiosa.
Nel sepolcreto che si trova lungo la sponda orientale dell’Adige, sono state rinvenute 161 tombe, di cui 16 con resti animali. Principalmente si tratta di maiali, polli e bovini, animali destinati al consumo alimentare e quindi potenziali offerte per i defunti. Ma in quattro di queste, ci sono resti di cani e cavalli, animali che non venivano mangiati.
Per capire il motivo della presenza di questi animali, i ricercatori hanno esaminato dati demografici, abitudini alimentari, analisi genetiche e tipi di sepoltura umani e animali. Lo studio, pubblicato su Plos One dai ricercatori del progetto Celtudalps, è finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica e dalla Provincia dell’Alto Adige. La ricerca è stata coordinata da Marco Milella dell’Università di Berna e Albert Zink dell’Istituto per lo studio delle mummie di Eurac Research.
I resti ritrovati nella necropoli d Verona.
Si tratta di un bambino accanto a uno scheletro completo di cane, di un giovane uomo sepolto con parti di cavallo. Poi di un uomo di mezza età con un piccolo cane e di una donna con un cavallo intero e altre parti sempre di un equino.
Uomo e cavallo nel Veneto pre-romano.
Studiando il Veneto pre-romano, è chiaro il profondo legame che gli antichi hanno con i cavalli. Ciò dimostra il ruolo cruciale che il cavallo svolge in diversi aspetti della vita sociale, politica, economica e religiosa dell’epoca. Fonti tramandano l’eccellenza dei Veneti nell’allevamento di una razza di cavalli da corsa conosciuta in tutto il Mediterraneo.
Grazie agli scavi e alle ricerche, è anche emersa una pratica funeraria che riguarda l’inumazione di cavalli. Queste sepolture, rinvenute in numerosi contesti necropolari del Veneto antico, testimoniano l’importante ruolo che il cavallo svolgeva nei rituali funerari. In questi contesti, il sacrificio dell’animale costituiva un elemento essenziale della cerimonia. Un modo di evidenziare la profonda connessione tra la cultura veneta antica e il mondo equino.
La Necropoli di Gazzo Veronese.
Nella necropoli di Colombara a Gazzo Veronese è stata scoperta una vasta fossa contenente ossa umane, appartenenti a una donna, insieme a alcune ossa del posteriore di un cavallo. A differenza delle sepolture di Padova ed Este, dove uomini e cavalli sono stati sistemati con cura, a Gazzo Veronese non è così. Gli scheletri infatti, non mostrano una disposizione particolare e sono incompleti.
La caratteristica anomala della fossa, che è di dimensioni considerevoli e molto profonda, insieme alla disposizione disordinata dello scheletro umano sopra i resti del cavallo, suggeriscono che questo contesto potrebbe essere associato a pratiche rituali violente.