Ai domiciliari i tre 21enni arrestati dopo Verona-Napoli.
Finiscono ai domiciliari i tre ultras gialloblù arrestati dopo il match tra Verona e Napoli al Bentegodi: uno di loro, con vari precedenti alle spalle, è un militante di Casapound. Il giorno di Ferragosto, allo stadio Bentegodi, si è disputata la prima partita del campionato di calcio di serie “A” 2022/2023, tra l’Hellas Verona ed il Napoli. Per la partita, vista la nota rivalità da sempre esistente tra le due tifoserie, sono state adottate apposite misure finalizzate a contenere i rischi di possibili turbative all’ordine ed alla sicurezza pubblica. L’acerrima rivalità tra le contrapposte fazioni e la conoscenza delle tifoserie e delle loro abitudini, hanno portato il Questore di Verona, Ivana Petricca, a predisporre, sin dalle prime ore del mattino, un rafforzato servizio di ordine pubblico nei pressi dello Stadio Bentegodi e lungo le direttrici di arrivo della tifoseria ospite. Per la circostanza sono state impiegate anche le unità cinofile della polizia di Stato e dell’Arma dei carabinieri, nonché l’elicottero della Polizia di Stato.
Durante tutte le operazioni di scorta della tifoseria ospite verso l’impianto sportivo e generalmente nel corso dell’afflusso dei tifosi al Bentegodi, non si sono registrate criticità all’ordine ed alla sicurezza pubblica. Anche la partita, a cui hanno assistito circa 13.000 spettatori di cui 980 supporter partenopei, si è svolta regolarmente, senza episodi degni di nota, tali da pregiudicare la tenuta dell’ordine pubblico.
Il dopo partita.
Lo scenario è cambiato radicalmente nel dopo partita, quando alcuni sostenitori del Napoli, non appartenenti alla categoria ultras, legittimamente si sono ritrovati a percorrere le vie intorno all’impianto sportivo per recuperare i veicoli precedentemente parcheggiati lungo quelle strade. Tra costoro, gente comune, senza alcun segno distintivo, padri, madri, giovani e bambini. Ma la sola presenza “in territorio gialloblu” ha dato il via ad un’azione di forza degli ultras veronesi.
Erano circa le 21 quando è stato registrato lo spostamento compatto di una settantina di ultras veronesi che, dopo aver tentato invano di raggiungere il settore ospiti percorrendo la strada che costeggia la Tribuna Est, prontamente chiusa con il personale dei reparti organici, si sono portati velocemente verso il settore di Tribuna Ovest mossi dall’intenzione di intercettare i tifosi partenopei in uscita dal parcheggio loro dedicato. Di corsa, i tifosi napoletani, hanno trovato rifugio dietro le forze dell’ordine.
L’aggressione.
Arrivati a ridosso del settore di Tribuna ovest è stato notato in mezzo al gruppo ultras gialloblu, un solo tifoso con il viso completamente travisato; costui, anziché restare nelle retrovie, volontariamente e provocatoriamente è passato più volte dinanzi al personale Digos, incitato da altri tifosi; il fatto che fosse l’unico ad essere completamente travisato, ha portato gli operatori a sospettare che lo stesso potesse essere sottoposto alla misura del Daspo. L’atteggiamento dell’uomo ha indotto il personale Digos ad intervenire per identificarlo compiutamente; in questo frangente, mentre i poliziotti lo afferravano per portarlo lontano dal gruppo così da procedere in sicurezza alla sua identificazione, si è scatenata la rabbia degli altri appartenenti alla tifoseria veronese intenzionati a non lasciare il sodale nelle mani dei poliziotti. Ed è in questo frangente che, dopo aver afferrato uno dei 5 operatori Digos, lo hanno portato con violenza all’interno del gruppo e lo hanno riempito di calci e pugni al corpo e alla testa. Gli altri 4 poliziotti, nel tentativo di liberarlo sono stati anche loro fatti bersaglio di spintoni e svariati colpi. Nonostante l’aggressione, grazie all’immediato intervento dei reparti di rinforzo, gli operatori non hanno riportato lesioni gravi, ma solo leggere contusioni.
Gli ultras, non ancora paghi, hanno continuato a fronteggiare i reparti rendendosi responsabili del lancio di oggetti e di petardi all’indirizzo del personale operante; uno di loro ha tentato a più riprese di colpire con la fibbia della cintura un operatore dei Carabinieri. Solo più tardi, si sono allontanati definitivamente dal posto.
Gli arresti.
Terminato il servizio, dopo 36 ore di indagini serrate che hanno consentito di ricostruire parte della dinamica dell’aggressione e di individuare alcuni dei responsabili, nel corso della mattinata del 17 agosto, coordinati dalla Procura scaligera, la Digos di Verona ha proceduto all’arresto in flagranza differita (art.8 ter L.401/89) di 3 ultras veronesi resisi responsabili dei fatti di violenza; un quarto ultras, rendendosi irreperibile, di fatto ha evitato l’arresto. Costoro sono stati arrestati per violenza e lesioni pluriaggravate nei confronti di pubblico ufficiale commesse in occasione di manifestazioni sportive (artt. 337, 339, 582, 585, 576 comma 1 numero 5-bis, 61 comma 11 septies c.p.) e per possesso e lancio di materiale (artt. 6 bis e 6 ter L. 401/89).
Dei 3 arrestati, tutti ventunenni, solo uno annovera diversi precedenti di polizia ed è noto alla Digos scaligera anche per la sua militanza nel movimento politico di estrema destra Casapound Italia. Lo stesso risulta avere a suo carico precedenti per reati commessi in occasione di manifestazioni sportive, rissa, porto di armi o oggetti atti ad offendere, lesioni, violenza privata e minaccia; già sottoposto alla misura di prevenzione Daspo e violazione norme Covid-19. Al termine delle operazioni di rito, tutti e tre gli arrestati sono sati associati presso la locale casa circondariale di Verona-Montorio.
Questa mattina il giudice, dopo la convalida degli arresti, ha disposto nei confronti dei tre giovani gli arresti domiciliari.
Stanno proseguendo in maniera serrata le indagini finalizzate all‘identificazione di tutti gli altri ultras che hanno concorso nei reati contestati ai tre arrestati; nei confronti di tutti verranno emessi dal Questore di Verona, Ivana Petricca, le misure finalizzate ad interdire loro l’accesso ai luoghi in cui si svolgono le manifestazioni sportive.