Sanità, carenza di medici: “Un diritto negato anche a Verona”, afferma il sindacato.
La carenza di medici e le lunghe liste di attesa continuano a rappresentare una sfida per la sanità di Verona. Con 202 zone carenti a luglio, il problema delle liste di attesa “sembra ancora insormontabile. Ciò crea un divario tra chi può permettersi cure private e chi, come molti anziani con pensioni minime, deve attendere giorni per un appuntamento”.
Queste le affermazioni di Adriano Filice, segretario generale del sindacato Spi Cgil Verona. Egli denuncia una “situazione insostenibile che necessita di interventi urgenti. Il primo bando del 2024 di Azienda Zero, purtroppo, ha attirato solo 17 nuovi medici, non riuscendo a ridurre significativamente le zone carenti“. Anche il secondo bando del 19 giugno 2024 ha avuto un impatto limitato, “con il numero di zone carenti che è sceso solo da 213 a 202”.
Il problema è particolarmente acuto nei distretti veronesi. “Il Distretto 1, che include il centro di Verona, ha 26 zone carenti, mentre il Distretto 2, che copre Verona Sud e i comuni circostanti, manca di 77 medici di base. La situazione è grave anche nei Distretti 3 e 4, che contano rispettivamente 41 e 58 zone carenti”.
Poi Filice sottolinea “l’importanza di un sistema sanitario efficiente e accessibile per tutti i cittadini”. Tra le cause principali della crisi, indica la “mancanza di medici e infermieri, il definanziamento del settore e la burocrazia inefficiente“.
Per risolvere la situazione, Filice propone “investimenti nel personale sanitario, finanziamenti per migliorare i servizi e le infrastrutture, e una riforma della burocrazia per rendere i processi più snelli ed efficaci”. Inoltre, chiede che “l’Ulss garantisca immediatamente un appuntamento alla prima chiamata, senza costringere i cittadini a ripetuti tentativi“.