Verona, la panchina gialla in memoria di Giulio Regeni a San Michele.
Anche a Verona ha trovato dimora una panchina gialla in memoria di Giulio Regeni: è collocata nel parco Achille Forti di via Anti, a San Michele Extra. Ed è stata inaugurata alla presenza di Silvia Savoia, referente per Verona di Amnesty International, l’organizzazione che insieme alla famiglia Regeni promuove a livello nazionale questa azione simbolica all’interno della campagna di sensibilizzazione “Verità per Giulio Regeni”.
Dunque anche nella nostra città, come nel resto dei Comuni italiani che hanno aderito all’iniziativa, questa panchina, voluta in primo luogo dal movimento civico Traguardi, diventerà un simbolo dell’attenzione sempre viva nei confronti del rispetto dei diritti umani, nel ricordo del giovane ricercatore rapito nel 2016 in Egitto, al Cairo, e ritrovato senza vita dopo aver subito terribili torture.
“Esigere verità per Giulio Regeni è un dovere morale e civico in nome dei diritti, della libertà e dell’uguaglianza di ogni cittadino e per tutti coloro che nel mondo non trovano giustizia né pace”, afferma Mirko Filippini, vicepresidente della settima Circoscrizione e promotore dell’iniziativa.
“La volontà di collocare la panchina in questo spazio verde pubblico, che è un luogo di aggregazione molto importante per il quartiere di San Michele e non solo – aggiunge Filippini – nasce proprio dall’intento di catturare l’attenzione dei passanti e allo stesso tempo far riflettere su tematiche fondamentali come, appunto, la tutela dei diritti. Con una funzione anche commemorativa».
“Sia fatta giustizia su questa straziante vicenda”.
Alla cerimonia di inaugurazione ha partecipato il presidente della settima Circoscrizione, Carlo Pozzerle. “Con questa iniziativa la settima Circoscrizione, e più in generale la città di Verona rinforzano la loro voce nell’ambito del movimento politico e di opinione che chiede sia fatta luce e detta la verità sul caso di Giulio Regeni, diventato l’emblema di una generazione il cui coraggio e il cui impegno vengono spesso ingiustamente sottovalutati. Il suo esempio e tutto il suo lavoro ci parlano dell’importanza della tutela dei diritti, individuali e sociali, che per loro natura sono per tutti oppure non sono per nessuno. Arrivare alla verità è dunque un atto che dobbiamo anche a noi stessi, oltre naturalmente che alla famiglia, che con altrettanto coraggio e determinazione lotta da anni perché sia fatta vera giustizia su questa straziante vicenda”.