Visite guidate al Sacrario Militare di Verona.
Il Sacrario Militare di Verona, all’interno del cimitero monumentale, riapre le porte alla città. Domani, domenica 23 luglio il monumento che custodisce le spoglie di 3.915 caduti della Grande Guerra sarà visitabile dalle 8:45 alle 12:15 e dalle 14:45 alle 18:15 a chiunque voglia riscoprire questo luogo di memoria e conoscere la storia e le storie legate alla vita e alla morte di migliaia di giovani soldati, non solo veronesi, durante la Grande Guerra.
Le visite guidate.
E dopo il successo del mese scorso, anche domani a condurre le visite guidate sarà la ricercatrice Lucia Zampieri,iscritta all’Ana tra gli Amici degli Alpini, che intreccerà le storie dei caduti – che ha singolarmente ricostruito con un certosino lavoro di ricerca tra Archivi di Stato e altre fonti – con la Storia. Ci saranno anche immagini e foto d’epoca dei soldati caduti, recuperati all’Archivio del Comune di Verona. “E ancora, degli stralci esposti in più parti del Sacrario, con alcuni passaggi tratti da diari e interviste di alcuni reduci. Per altri caduti ci saranno altri “indizi”, dati, tipo la provenienza o l’età ed i luoghi in cui sono morti. Vogliamo che chi esce dalla visita abbia una consapevolezza di chi riposa al suo interno, di ciò che quei ragazzi hanno vissuto e sofferto”, spiega Zampieri.
“Il messaggio forte che si vuole dare con la riapertura al Sacrario è fare memoria e riflettere con la speranza che la pace non sia mai frutto di una guerra. Deve essere la memoria a fare prevenzione affinché si arrivi alla pace prima della guerra! Riapriamo queste porte ed invitiamo tutti i cittadini e soprattutto i giovani a un silente raccoglimento per abbracciare le circa 4mila vittime presenti all’interno del mausoleo che oggi, grazie al lavoro dei volontari qualificati del nostro Centro Studi ANA e alla collaborazione degli studenti del liceo Copernico, hanno recuperato attraverso un paziente e certosino lavoro di ricerca la loro storia la loro paternità”, spiega il presidente dell’Ana Verona Maurizio Trevisan.
Il progetto.
L’apertura è resa possibile grazie ad un protocollo d’intesa siglato tra il Commissariato generale per le onoranze ai caduti, l’Agec, il Comune, l’Ana nazionale e la Sezione dell’Ana di Verona, i cui gruppi a turni garantiranno l’apertura e le visite guidate. Dopo un periodo di sperimentazione durato due anni, per il sacrario di Cima Grappa, è stato infatti sottoscritto nel 2014 un “accordo quadro” con il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in guerra, finalizzato alla collaborazione nelle attività di custodia e manutenzione ordinaria dei sepolcreti militari. Sulla base di tale accordo l’Ana si impegna a coadiuvare il personale di Onor Caduti per garantire l’apertura dei sacrari oggetto di specifica convenzione. Prima del Covid, infatti, gli Alpini veronesi avevano già avviato una serie di aperture del sito nei fine settimana e durante le festività. Durante l’emergenza pandemica, l’attività era stata sospesa ma è ripartita lo scorso maggio con la prima domenica di apertura.
La riapertura mensile al pubblico del Sacrario Militare di Verona è il primo tassello di un progetto che l’Ana Verona sta portando avanti. “È allo studio un programma da poter divulgare nelle scuole di ogni ordine e grado di Verona e provincia e per poter valorizzare questo ed altri monumenti cittadini con l’obiettivo di inserirli fra le mete delle gite scolastiche anche individuando alcuni percorsi specifici che partano da o arrivino a questo luogo di ricordo: storia, arte, geografia, educazione civica e molto altro devono potersi fondere lungo la strada che porta al Sacrario Militare” sottolinea il Responsabile del Sacrario per ANA Verona Giovanni Governo insieme al Responsabile Maurizio Chieppe del Circolo Culturale ANA Verona “Mario Balestrieri”.
Luoghi di raccoglimento e commemorazione, i cimiteri e i sacrari militari in Italia sono circa 1.400, complessivamente 1.700 in tutto il mondo. E si tratta di spazi che ancora oggi, a distanza di decenni, accolgono nuove spoglie che riemergono dai terreni di battaglia. Nel 2019, solo sull’altopiano di Asiago, a fronte di lavori o anche di semplici escursioni, la terra aveva restituito i resti di sei soldati della Grande Guerra.