I 98 sindaci della provincia di Verona sottoscrivono insieme ad Avviso pubblico la lettera che chiede la sede dell’Antimafia in città.
Una sede dell’Antimafia a Verona: indirizzata al governo, su iniziativa del Comune di Verona attraverso il sindaco Damiano Tommasi e l’assessora alla sicurezza e Legalità Stefania Zivelonghi insieme ad Avviso pubblico, i 98 sindaci veronesi hanno sottoscritto la lettera che chiede il distacco presso la Procura della Repubblica di Verona di un magistrato della Direzione Distrettuale Anti Mafia (Dda) della Procura della Repubblica presso il tribunale di Venezia e l’istituzione di una sezione operativa della Direzione Investigativa Antimafia. Prima serve però portare a Verona la Corte d’Appello, proposta già depositata e inserita nella riforma della Giustizia.
Il presidente della Commissione Giustizia della Camera dei deputati, intervenuto oggi alla presentazione in sala Arazzi, ha confermato l’impegno a portare avanti l’iter. Tanto più in un territorio come quello di Verona e della sua provincia, ricco, che attrae affari, opere infrastrutturali, grandi eventi, e quindi anche la criminalità organizzata.
Dal 2022 al gennaio 2024, la Prefettura di Verona ha emesso 22 interdittive antimafia – di cui 4 prevenzioni collaborative – nei confronti di imprese operanti in diversi settori produttivi del territorio scaligero e l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, nel suo ultimo rapporto riferito al 2023, ha segnalato 1.972 operazioni finanziarie sospette. Dato che pone la provincia di Verona al secondo posto di tutto il Veneto.
“Il fulcro delle indagini deve partire da Verona”.
“Le recenti indagini Taurus e Isola Scaligera hanno, come noto, attestato il radicamento (non infiltrazione) della criminalità organizzata nell’area veronese – afferma l’assessora alla Sicurezza, alla Trasparenza e alla Legalità-. Il fenomeno, oltre ad essere diffuso, pare essere di elevata qualità, tale da riuscire a permeare significativamente alcuni settori dell’economia e avvicinare con disinvoltura tanto la politica quanto importanti centri decisionali del territorio. Come ben sottolineato in più occasioni anche dal Procuratore, è essenziale che il fulcro nevralgico delle indagini si alimenti e parta da Verona, e non da Venezia, la cui lontananza geografica non consente di cogliere in modo efficace i segnali e le dinamiche dei nostri territori, né consente i giusti tempi di reazione a tali segnali”.