Presentata la ricerca sui consumi delle famiglie di Verona nell’epoca delle restrizioni condotta dal dipartimento di Scienze umane.
Preoccupazione, sfiducia verso il futuro, rinuncia a perseguire i propri sogni e progetti: è il quadro che emerge dalla ricerca “Orientamenti di consumo in un’epoca di restrizioni. Un’indagine sul territorio veronese” condotta dal dipartimento di Scienze umane dell’università di Verona, in collaborazione con Adiconsum e Coldiretti.
L’indagine, svolta lo scorso dicembre su un campione di 1.005 residenti nel comune di Verona, ha comparato i dati con quelli del 2018. “Il sentimento emerso è di generale incertezza, con un aumento delle famiglie ad alto livello di difficoltà economica, che passano dall’11,3% del 2018 al 21,6% del 2022. Un forte incremento, con il 39,4% che si dice preoccupato per la situazione economica della propria famiglia, mentre nel 2018 lo era solo il 25,9%”.
Progetti messi da parte e incertezza negli affetti.
Gli intervistati hanno dichiarato di aver dovuto rinunciare ad alcuni sogni in ambito personale e professionale. “Tra coloro che avevano progetti da realizzare, in particolar modo, restaurare o rinnovare casa, comprare un’auto o comprare casa, rispettivamente, il 36,3% ha deciso di non effettuare lavori di restauro o rinnovo della propria casa, il 31,6% non ha acquistato un’auto e il 26,2% non ha acquistato una nuova casa. Incertezza che si ripercuote anche sugli affetti, con il 17% dei veronesi intervistati, tra quanti avevano il desiderio di “allargare la famiglia”, che ha rinunciato a concepire un figlio“.
“Sullo sfondo di queste scelte degli ultimi due anni, i dati confermano che i veronesi sono preoccupati per la situazione economica familiare che sembra profilarsi nel 2023. Circa la metà del campione si dichiara preoccupato o fortemente preoccupato (8,6%) per il futuro e solamente il 5,9% affronta il nuovo anno con ottimismo. Nel 2018 gli ottimisti erano il 18,4% del campione”, spiegano i docenti e componenti dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie Debora Viviani e Sandro Stanzani.
Più cura nel fare la spesa.
La recente crisi energetica ha visto il 75% dei veronesi mobilitarsi per contenere le spese energetiche e il 35% degli intervistati ha ridotto gli spostamenti in auto. I veronesi hanno ricominciato a porre particolare attenzione al prezzo dei prodotti acquistati e alle offerte e promozioni. Si conferma l’attenzione allo spreco (78,2%). Si evidenzia una forte attenzione alla qualità del cibo: infatti, il 67,9% dichiara di stare più attento a ciò che mangia, il 64% afferma di mangiare più sano.
Per le famiglie veronesi “parenti e amici sono una fonte di sostegno economico cui si ricorre con più frequenza e probabilmente con più fiducia rispetto alle banche e agli istituti finanziari”.
“Come era immaginabile, raddoppia il livello di difficoltà economica dei nostri concittadini, come la loro preoccupazione per il futuro”, conclude Davide Cecchinato, presidente di Adiconsum Verona. “Molti veronesi hanno rivisto le proprie abitudini di consumo sia energetico che alimentare. In questi campi sono necessari interventi pubblici più incisivi. Nel settore energia è necessario affiancare i singoli in percorsi equi di transizione energetica. Nel settore alimentare la politica deve alleviare le crescenti difficoltà della cittadinanza per garantire ai consumatori l’acquisto di beni di prima necessità a prezzo calmierato“.