Spi Cgil: “Non dimentichiamo gli anziani soli”.
Sono quasi 10mila gli anziani ultra 75enni veronesi che trascorreranno un Capodanno in solitudine. Secondo i dati elaborati dal sindacato dei pensionati della Cgil regionale su base Istat, sono infatti circa 9.500 gli anziani ultra75enni nella nostra provincia (3.225 nel Comune di Verona) che vivono senza nessuno, perché non hanno un compagno o una compagna e tantomeno figli e quindi neanche nipoti. Spi Cgil Verona lancia l’allarme attraverso il segretario Adriano Filice: “Di solitudine si può anche morire – commenta Filice -. E nei periodi festivi questa intima sofferenza moltiplica il dolore di chi passa le feste senza l’affetto di nessuna persona cara. Nasce da qui il grido il nostro grido d’allarme, rivolto soprattutto alle amministrazioni comunali perché non si dimentichino di chi in questi giorni è solo e resterà solo con i propri acciacchi fisici e umorali. Fondamentale in tale panorama è anche il ruolo del volontariato ed è inutile dire che realtà come l’Auser, che ha una grandissima attenzione per le situazioni degli anziani soli ai quali offre servizi a domicilio di ogni genere, sono indispensabili.
Il sindacato dei pensionati Spi Cgil Verona calcola che nel Veronese il 9% di tutti gli over 75 vive solo, perché non ha né coniuge né figli. Non solo. Fra questi anziani, molti devono confrontarsi con più malattie croniche che ne limitano l’autosufficienza.
L’indagine dello Spi fotografa un quadro a tinte fosche. Prendendo in considerazione la fascia degli over 75, età che vede spesso dei peggioramenti nelle condizioni di vita dei soggetti e un aumento delle cronicità e delle situazioni di non autosufficienza, gli anziani veronesi con più di 75 anni potenzialmente soli perché celibi/nubili, divorziati/divorziate, vedovi/vedove sono circa 52.500 (poco meno di 20 mila nel capoluogo) su un totale di poco superiore ai 105 mila over 75 (circa 36 mila nel Comune di Verona). Fra questi però la maggior parte ha figli e nipoti e può passare festività potenzialmente serene. Il vero problema, come detto, riguarda i circa 9.500 anziani senza compagno o compagna e senza prole.