Le indagini sulla psicologa veronese morta nella sua stanza a Roma.
Il giallo della psicologa veronese morta nella sua stanza a Roma: le autorità stanno conducendo indagini approfondite sulla sua morte. Valentina Ruatti è stata trovata senza vita nel suo appartamento a Roma. Il corpo è stato scoperto da un’amica e dal coinquilino, sollevando molti interrogativi sulle circostanze del decesso.
La Procura ha avviato un’inchiesta e disposto un’autopsia per determinare le cause della morte. L’ipotesi di un’overdose è al vaglio degli inquirenti, anche se la madre della donna ha smentito la possibilità di una dipendenza da sostanze stupefacenti.
A quanto sembra, i familiari della vittima non erano al corrente di eventuali problemi di tossicodipendenza, e negano con fermezza che la donna facesse uso di droghe. Le analisi tossicologiche e l’autopsia saranno cruciali per chiarire questo aspetto.
Valentina Ruatti si era recentemente trasferita a Roma e viveva in un appartamento condiviso con un altro inquilino. Gli investigatori hanno ricostruito i suoi ultimi movimenti: fino al 29 settembre la donna aveva mantenuto i contatti con un’amica di Roma. Ma il giorno dopo non ha più risposto ai messaggi. Di seguito, preoccupata perchè non riusciva a mettersi in contatto con la figlia, la madre della vittima che vive a Castel d’Azzano, ha chiesto all’amica romana se avesse notizie. Da questo momento scatta l’allarme.
Quando l’amica è arrivata nell’appartamento accompagnata dal coinquilino, la porta della stanza di Valentina era chiusa. Solo dopo l’intervento delle forze dell’ordine e del personale medico, che hanno forzato l’ingresso, è stato possibile scoprire il corpo senza vita della donna. Accanto al cadavere sono stati rinvenuti una siringa e un cucchiaino, elementi che suggeriscono il possibile utilizzo di sostanze stupefacenti.
Nonostante sul corpo non siano stati rilevati segni evidenti di violenza, gli investigatori stanno cercando di capire se la giovane fosse sola al momento dell’assunzione della sostanza, e se qualcuno l’abbia assistita nella preparazione della droga. Non è escluso che, se con lei ci fosse stato qualcuno, questo potrebbe aver abbandonato la scena, magari dopo essersi reso conto della gravità della situazione, senza chiamare i soccorsi. Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno sequestrato gli oggetti rinvenuti accanto al corpo e il cellulare della vittima.