Verona, la colonna di San Marco in piazza Erbe restaurata.
La Colonna di San Marco è tornata in piazza Erbe nella sua originaria bellezza. È terminato infatti il restauro realizzato attraverso lo strumento della sponsorizzazione per ridare splendore a uno dei più bei monumenti cittadini. Eretta nel ‘salotto’ scaligero, la scultura marmorea è nota per il Leone alato che la sovrasta, con il vangelo aperto e la scritta Pax.
Il progetto, su proposta della Direzione Edilizia Monumentale Civile, è stato finanziato dalla Famiglia Benetti con il supporto di Rolex, un intervento in collaborazione con la Soprintendenza che ha visto all’opera un team di restauratrici per circa 100 giorni di lavoro ha sostenuto i costi del restauro con l’obiettivo di restituire alla città, ai suoi cittadini e ai molti visitatori, uno degli scorci più belli della piazza.
“Siamo felici che questo bene venga restituito alla città nella sua originaria bellezza – ha detto la vicesindaca e assessora all’Edilizia monumentale Barbara Bissoli-. Un intervento importante realizzato grazie alla stretta collaborazione tra pubblico e privato e attraverso lo strumento della sponsorizzazione. Ringrazio la precedente amministrazione che ha creduto nella proposta dell’Edilizia Monumentale sostenendo questo partenariato. Ci tengo a sottolineare che restituiamo alla città il Leone di San Marco in assetto di pace, un auspicio per il governo della città e del Paese”.
Diagnostica del restauro.
Il Leone e la colonna presentavano fenomeni di degrado differenti, in quanto di epoche diverse: la struttura marmorea risale al 1523 mentre la scultura è del 1886. Sulla colonna proliferavano colonie biologiche che annerivano gran parte della superficie ed erano presenti anche alcune piante. Il capitello era rivestito da depositi solidificati e da incrostazioni mineralizzate, mentre sulla superficie del leone si erano formate in maniera disomogenea croste mineralizzate di struttura stalattitica. La colonna aveva risentito del dilavamento causato dalle acque meteoriche che aveva prodotto l’apertura di innumerevoli fessure. Il basamento mostrava la presenza di strati alterati di vecchi trattamenti di manutenzione oltre a danni meccanici per la prossimità al piano stradale.
Fasi dell’intervento.
Il monumento è stato, innanzitutto, oggetto di spolveratura preliminare con pennelli e aspiratore. Si è proceduto poi con il trattamento biocida applicato manualmente per due volte, utilizzando fogli in polietilene sigillati per ottenere un effetto “serra” utile a potenziare l’azione del prodotto. Ogni stesura è stata seguita da un risciacquo per l’eliminazione delle biomasse. Le superfici lapidee sono state pulite con impacchi di soluzioni saline. Le restauratrici hanno provveduto alla stuccatura delle lacune e delle fessure con malte di calce aerea e opportuni aggregati, allo scopo di intonare le integrazioni con la materia lapidea antica. Infine, è stato applicato un prodotto consolidante per riaggregare i materiali originali con quelli nuovi.
L’inaugurazione.
All’inaugurazione in piazza Erbe hanno partecipato, insieme alla vicesindaca, il soprintendente Vincenzo Tinè, i rappresentanti del Gruppo Benetti, Roberto e Antonella con la mamma Luciana, le restauratrici Francesca Mariotto, Adele Trazzi e Cinzia Pastorutti (fanno parte del team anche Cristina Morgani e Francesca Simoni), la dirigente dell’Edilizia Monumentale Civile Raffaella Gianello con la responsabile del procedimento Viviana Taggetto. Presenti anche i consiglieri comunali Pietro Giovanni Trincanato e Federico Sboarina e il comandante della polizia locale Luigi Altamura.
“Siamo davvero orgogliosi di aver riportato all’antico splendore un importante monumento cittadino e di aver contribuito ad accrescere la bellezza di un angolo della nostra splendida città – afferma Roberto Benetti -. Piazze Erbe è visitata ogni anno da milioni di persone ed è uno dei luoghi più amati dai veronesi: il nostro impegno per l’arte e la cultura non poteva rivolgersi altrove. La nostra presenza su questa piazza vuole, infatti, diventare occasione per partecipare fattivamente alla tutela e alla valorizzazione del bello che ci circonda”.
“Uno dei simboli di Verona, da secoli non si interveniva – ha aggiunto il soprintendente -. Un lavoro che andava fatto, ringraziamo la famiglia Benetti per questo regalo alla città. E’ importante che i cittadini illuminati si sentano coinvolti in questo tipo di attività, scegliendo l’obiettivo e potendone vedere il risultato finale”.