Diritti inespressi, recuperati 500 mila euro per pensionati veronesi a basso reddito.
A Verona e provincia, molte pensioni sono più basse del dovuto: grazie al sindacato sono stati recuperati oltre 500 mila euro per i pensionati. Si tratta del sindacato dei pensionati Spi Cgil Verona, che insieme al patronato Inca Cgil, aiuta a controllare le pensioni e a chiedere eventuali aumenti.
Di questa somma, circa 471 mila euro sono stati riconosciuti come arretrati, mentre 30 mila euro hanno portato a un aumento fisso degli assegni mensili. “Questo succede perché alcuni aiuti economici, come l’integrazione al minimo, la maggiorazione sociale o l’assegno di vedovanza – spiega il sindacato -, non vengono assegnati automaticamente dall’Inps, ma devono essere richiesti. Molti pensionati, però, non sanno di poter fare domanda o non conoscono i requisiti necessari.
Piccoli aumenti che fanno la differenza.
“Gli importi recuperati non sono sempre molto alti, spesso si tratta di 25 o 50 euro in più al mese, ma per chi ha pensioni basse possono fare una grande differenza. Inoltre, quando vengono riconosciuti gli arretrati, le cifre possono essere più consistenti“.
Alcuni casi dimostrano quanto sia importante verificare la propria pensione: “Ad esempio, un 71enne di Verona, che prendeva un assegno sociale di 399 euro, ha ottenuto 15 mila euro di arretrati e un aumento mensile di 200 euro, arrivando così a circa 600 euro al mese – prosegue il sindacato -. Un altro caso riguarda un uomo di 46 anni di Roverchiara, inabile al 100%, che aveva una pensione di 343 euro e ha ottenuto un aumento di 391 euro al mese. Infine, una 88enne di Pastrengo, con una pensione di reversibilità di 641 euro, ha ottenuto un incremento di 52 euro al mese e cinque anni di arretrati.
Come controllare la propria pensione.
Silvano Lodola, operatore dello Spi Cgil Verona, consiglia a chi riceve assegni sociali, pensioni di invalidità o altre prestazioni assistenziali di “verificare se può ottenere un aumento”. Adriano Prina, della Segreteria Spi Cgil Verona, invita anche “parenti, amici e volontari ad aiutare gli anziani con pensioni basse a far valere i propri diritti”.
Nel 2023, il 45% delle richieste ha riguardato la verifica del diritto al trattamento minimo, il 22% le maggiorazioni sociali, il 16% l’assegno di vedovanza e il 16% il ripristino di pensioni di invalidità sospese.
Lo Spi Cgil Verona ha 13 sedi in tutta la provincia. Quasi la metà delle pratiche sono state seguite nella sede di Verona città (48%), seguite da quelle di Villafranca (17%), Caprino (13%), Legnago (12%) e San Bonifacio (10%).
Chi ha dubbi sulla propria pensione può rivolgersi a una delle sedi dello Spi Cgil Verona per chiedere un controllo gratuito.