Gianfranco De Bosio si è spento all’età di 97 anni.
E’ morto Gianfranco De Bosio. Nato a Verona il 16 settembre del 1924, De Bosio è stato nella sua vita partigiano (fu capo del Comitato di liberazione nazionale di Verona), poi regista, sceneggiatore, docente; ha guidato per anni da Sovrintendente l’allora ente lirico dell’Arena di Verona, prima dal 1968 al 1970, e poi ancora dal 1992 al 1998. Una vita dedicata allo spettacolo, alla cultura, all’arte.
E proprio all’Arena di Verona è rimasto profondamente legato, nonostante i successi alla regia al cinema (Il terrorista, tra gli altri film diretti da De Bosio) e in televisione, per la quale tra le altre cose diresse la miniserie Mosè. “L’Arena è il centro del mondo”, era solito dire. E in Arena, dove ha debuttato nel 1977 con Romeo e Giulietta di Gounod, ha voluto riportare l’Aida delle origini, quella del 1913, con il recupero delle scenografie originali.
Gianfranco De Bosio è morto l’altra sera, all’età di 97 anni, nella sua casa di Milano. Ma il suo nome resterà legato per sempre alla sua Verona, e all’opera lirica in Arena. L’immaginario del grande pubblico è stato catturato da due produzioni leggendarie, riprese con successo negli anni e diventate un classico del repertorio del Festival areniano: Aida (dal 1982) e Nabucco (dal 1991). In particolare Aida, regina dell’Arena, nacque dall’idea di ricostruire l’originaria regia dell’opera secondo le disposizioni sceniche che Verdi stesso curò, con le scenografie di Ettore Fagiuoli ricreate da Vittorio Rossi e la realizzazione dei costumi di August Mariette, secondo quanto poteva aver visto il pubblico delle prime rappresentazioni in Arena nel 1913 e la prassi teatrale in vigore con le indicazioni originali dei primi autori: in questa veste colossale ma perfettamente integrata agli spazi dell’Anfiteatro quale monumento, Aida è stata ripresa fino al 1986, nel biennio ’88-’89, quindi ininterrottamente dal ’92 al ’98, e con cadenza quasi biennale dal 2008 al 2019.
Il ricordo di Cecilia Gasdia.
“All’arte, all’etica e alla persona di Gianfranco de Bosio, l’Arena di Verona deve molto di ciò che è stata e di ciò che è tuttora – ricorda il sovrintendente e direttore artistico Cecilia Gasdia – indicando la via ideale di quello che l’Arena potrà essere. Nella mia carriera ho avuto l’onore di incontrarlo più volte, ancora giovanissima come artista guidata da lui sul palcoscenico, sono tornata in Arena sotto la sua Sovrintendenza, l’ho incontrato nuovamente come docente mentre dirigevo l’Accademia per l’Opera veronese, e ho potuto recentemente affidare alle sue amorevoli cure la storica Aida: anche negli ultimi anni, in cui emergeva la fatica fisica, non trattò mai nessuna ripresa come mero repertorio, al contrario era sempre alla ricerca di nuove soluzioni, perché il teatro fosse sempre vivo, mai museale. Ricordo personalmente con immenso affetto la sua competenza, la sua misura, la memoria di ferro e la volontà inscalfibile, unite ad uno dei caratteri più gentili e sobri mai incontrati in tutta la mia vita professionale. Oltre a questo, a tutti i lavoratori e a tutti gli spettatori resta la sua arte, segnata dal rispetto assoluto per gli autori e per i luoghi a cui le opere erano destinate. Insieme a tutti i lavoratori della Fondazione Arena di Verona, mi stringo alla famiglia di Gianfranco, nostro maestro, in un grazie senza fine».