Verona, il piano dell’amministrazione comunale contro le baby gang.
C’è un piano del comune di Verona per contrastare il fenomeno incontrollabile delle baby gang in città. O meglio, ci sarà a breve. Dopo l’ultima aggressione davanti all’Arsenale, che ha portato all’arresto di un minorenne e alla denuncia di altri due giovanissimi, il comune di Verona prova infatti a rispondere a un fenomeno, quello delle baby gang, che sta sconvolgendo sempre di più il centro cittadino e le periferie della città.
E lo fa chiedendo l’aiuto dei veronesi. Una chiamata corale alla città, per coinvolgere tutti i soggetti interessati ad un fenomeno che va arginato affrontandolo su molto fronti e che non si risolve con un’unica azione. I recenti episodi di violenza sul territorio che hanno visto coinvolti giovani spesso minorenni sono materia di serio studio da parte dell’amministrazione impegnata a dare delle risposte concrete alla città. E per farlo non si può non tenere conto anche delle famiglie.
Ne è convinta l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi, che sta affrontando il tema in sinergia con l’assessorato alle politiche giovanili e che ha anticipato alcune linee di azione.
- Lo circondano in 8 per rapinarlo all’Arsenale: preso un minorenne, 2 denunciati.
- Preso a calci e bottigliate per un telefono a Veronetta, arrestati due fratelli.
- Paura in centro a Verona, donna presa a calci e pugni per rubarle il cellulare.
- Verona, baby gang nel mirino della polizia: la mappa delle zone a rischio, 400 ragazzi identificati.
“Dall’analisi dei report emerge che il fenomeno sia fluido e non riconducibile a fattispecie univoche. Elemento comune pare il disagio che la pandemia ha sicuramente aumentato – ha detto l’assessore alla Zivelonghi- . Ma anche il vuoto o l’ inadeguatezza dei ruoli, a cominciare dalla famiglia. La nostra sfida è quella di intercettare e rivolgerci anzitutto a quelle meno sensibili alla questione e che non partecipano ai percorsi proposti dalle diverse agenzie educative presenti sul territorio”.
“Fare rete è la parola d’ordine”.
La parola d’ordine è fare rete, quindi, tra le mamme dei ragazzi in età a rischio così come tra tutte le realtà che a vario titolo hanno a che fare con il mondo giovanile e dei minori, dalla parrocchie all’associazionismo. “Come amministrazione – prosegue Zivelonghi – stiamo lavorando ad un piano che sarà messo a punto nelle prossime settimane. La volontà è quella di dare una risposta corale alla città, che è chiamata a interrogarsi sulla questione. Rileviamo forte la necessità di spazi da dedicare ai giovani, insieme all’assessore alle Politiche giovanili Jacopo Buffolo stiamo individuando le disponibilità del Comune ma la ricerca è aperta anche a luoghi di associazioni, enti, parrocchie e privati cittadini”.
E poi i qiartiere: “Fondamentale sarà anche il ruolo delle Circoscrizioni, che vogliamo coinvolgere maggiormente su tutte le questioni del territorio e in particolare su alcune tematiche che riguardano i diversi modelli di vita. Quella che quindi ci apprestiamo a percorrere è una strada nuova per metodologia di intervento e partecipazione, che andrà in parallelo con l’azione quotidiana e costante della polizia locale e delle Forze dell’ordine, potenziata nelle ultime settimane. Stiamo anche monitorando ciò che accade nelle altre città, il recente report sulla sicurezza pubblicato dal Sole 24Ore vede al 41esimo posto, un dato tutto sommato positivo rispetto al trend di altri Comuni dove il fenomeno è già più spinto. Intercettarne le dinamiche ci permetterà di prevenirlo”.