Verona, per la pandemia tanti studenti nel 2020 hanno dovuto laurearsi “a distanza”.
Laurea in tempo di covid. Dopo anni di studio, sacrifici e fatica, arriva il solenne momento della proclamazione ai laureati. Un pezzo di vita speciale e indimenticabile che in questo ultimo anno è stato sfregiato dalla pandemia, vietando a molti ragazzi di potere condividere il meritato traguardo con parenti e amici, tra scherzi goliardici, abbracci, lacrime di gioia ed echeggianti risate.
Chi si è laureato in tempo di coronavirus lo ha fatto con le pantofole ai piedi, davanti a uno sterile monitor, da casa, senza il vibrante applauso della Commissione e la stretta di mano dei prof. Un grosso rospo da mandare giù, così Salvatore Nucera, laureato in Giurisprudenza all’Università di Verona nel pieno della pandemia, si è tolto un sassolino dalla scarpa e al sindaco di Verona Federico Sboarina, con una lettera aperta ricca di devozione, chiede di esaudire il desiderio di coronare l’importante momento, con una proclamazione in Arena. Ecco alcuni stralci della missiva:
“(…) Io, come molti altri colleghe e colleghi, mi sono laureato a distanza, senza poter vivere a pieno quei solenni attimi legati alla proclamazione della laurea, che tutti dovrebbero avere scolpiti nella mente per gli anni avvenire e che costituiscono un enorme soddisfazione dopo anni di impagabile sacrificio.
Personalmente, ho amato Verona non solo perché è una città dalla bellezza unica al mondo, di una signorilità in grado di stupire chiunque la visiti da ogni parte del globo, ma anche perché è stata la sede da me prediletta per i miei studi universitari.
(…) sperando che questo messaggio sortisca l’effetto sperato, le chiederei di poter coronare, in modo appropriato, il sogno mio e di tanti colleghi lasciati con l’amaro in bocca da questa pandemia, concedendoci la possibilità di ricevere una proclamazione solenne (…) in Arena, luogo in cui è certamente possibile garantire le misure di distanziamento sociale per una cerimonia che si svolga in serenità e sicurezza”.