La ‘ndrangheta a Verona, Report chiede chiarimenti a Tosi. La risposta dell’ex sindaco: “Siete diffamatori seriali”.
“Report” nella puntata del 23 giugno ha puntato gli occhi sull’inchiesta relativa all’infiltrazione della ‘ndrangheta all’Arena di Verona: nel mirino anche Flavio Tosi. E l’ex sindaco veronese non accoglie bene alcune dichiarazioni degli inviati del programma di Rai 3 condotto da Sigfrido Ranucci, Andrea Tornago e Walter Molino.
La ‘ndrangheta all’Arena di Verona: la storia.
L’inchiesta di Report parte dai verbali del collaboratore di giustizia Domenico Mercurio. E si concentra in particolare sugli appalti per il montaggio e lo smontaggio delle scenografie in Arena. Sotto l’amministrazione Tosi, “dal 2007 al 2017, la Eurocompany, una rete di cooperative di facchinaggio con un fatturato di 26,7 milioni di euro, avrebbe ottenuto tutti gli appalti per il montaggio e lo smontaggio delle scenografie e dei palchi dell’Arena di Verona. Senza che nessuno si accorgesse delle irregolarità che coinvolgevano l’azienda di Giorgio Chiavegato“.
Il quale è ora “accusato di diversi reati fiscali, tra cui false fatturazioni”. Inoltre, secondo l’inchiesta di Report, sarebbe stato scoperto che “alcune società e cooperative venete e calabresi emettevano fatture gonfiate o per lavori mai eseguiti alla Eurocompany, facilitando il riciclaggio di denaro sporco della ‘ndrangheta”. Tutto questo, sottolinea Report, negli anni in cui Tosi era sindaco di Verona e presidente dell’Ente lirico.
Lo stesso Chiavegato ha poi rivelato che “una parte dei guadagni veniva utilizzata per finanziare la campagna elettorale di Tosi. Distribuzione di volantini, affissioni a nome della Lega, abbiamo fatto la fattura e ce l’ha pagata“. E a beneficiarne, secondo quanto raccontato dal pentito Mercurio, sarebbero stati anche “altri politici veronesi vicini a Tosi, come Elio Nicito e Casali”.
La reazione di Tosi.
A Flavio Tosi gli inviati di Report hanno chiesto spiegazioni sui suoi rapporti con Domenico Mercurio. Domanda alla quale l’ex sindaco ha reagito duramente, accusando gli intervistatori di essere “diffamatori seriali” e di “diffondere notizie false e faziose”. Inoltre ha sottolineato che “Mercurio era stato dichiarato inattendibile dai tribunali, anche se i magistrati lo considerano attendibile”.