In occasione del Giorno della memoria e in vista delle Olimpiadi 2026, a Verona si racconta la vita del celebre allenatore ed ex calciatore Weisz.
Una storia di sport e di razzismo: è quella raccontata fino al 4 febbraio nella speciale esposizione allestita nell’atrio di Palazzo Barbieri, a Verona: il protagonista è Arpad Weisz, ex calciatore e allenatore ungherese di origine ebraica che condusse il Bologna alla conquista di due scudetti (1936 e 1937) e del prestigioso Torneo di Parigi.
La mostra “Arpad Weisz, una storia di sport e razzismo” è un viaggio nel passato attraverso soluzioni comunicative nuove, come la graphic animation di Pier Paolo Paganelli tratta dall’omonimo graphic novel di Matteo Matteucci,
Le tavole illustrate ricordano le vicende calcistiche e storiche di Arpad Weisz e dell’Italia tra gli anni Venti e Quaranta: il culto fascista dello sport, i successi di Weisz come allenatore dell’Ambrosiana e del Bologna, le leggi razziali e il mito della purezza, fino alla tragedia della deportazione e della morte ad Auschwitz. La storia personale di Weisz si incrocia con quella della città di Bologna, dove Weisz arriva nel 1935 con la moglie Elena e i figli Roberto e Clara, per restarvi poco meno di quattro anni.
“Dare memoria della storia e dei valori di una comunità”.
“La ricorrenza del 27 gennaio”, ha spiegato la vicesindaca Barbara Bissoli, “è tra le celebrazioni fondamentali che ci consentono di dare memoria della storia e dei valori della nostra comunità. La mostra valorizza e porta alla conoscenza del pubblico la storia di una vita spezzata, di un talento e di una passione sportiva fermati dalla follia delle leggi razziali e dall’orrore della shoah”.
L’esposizione è aperta al pubblico, con ingresso gratuito, dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18, domenica chiuso. Sarà effettuata un’apertura straordinaria domenica 29 gennaio, dalle 10 alle 18.
Tutte le informazioni sul sito del Comune.