La campagna di raccolta della Mela di Verona parte con il nuovo marchio presentato a dicembre: ora si attende il riconoscimento Igp.
Parte con un marchio tutto nuovo, quello della Mela di Verona, la campagna melicola 2023: si è tenuto nella sede del Mercato coperto di Campagna amica in Galleria Filippini l’incontro in cui è stato ufficialmente dato il via alla raccolta e alla commercializzazione del frutto tipicamente scaligero con il logo presentato lo scorso 19 dicembre in Gran Guardia quando i meleti erano ancora dormienti.
Ora che è giunto a compimento il progetto nato in casa Coldiretti, produttori, grande distribuzione e amministrazioni del quadrilatero della mela– Zevio, Ronco all’Adige, Belfiore e Palù che da soli corrispondono il 47% della produzione provinciale- hanno fatto il punto della situazione a pochi giorni dall’inizio della raccolta.
“Mi auguro che questo progetto”, ha dichiarato il sindaco di Zevio Paola Conti, “abbia un grande successo per dare il giusto riconoscimento a un prodotto dalle grandi proprietà, ma anche per dare merito agli agricoltori del nostro territorio”.
“I numeri diffusi all’indomani del tradizionale appuntamento Prognosfruit che quest’anno si è tenuto a Trento”, ha detto Stefano Faedo, presidente Associazione Ortofrutta Veneta, “sono piuttosto ottimistici su base nazionale: mentre la produzione nel nostro Paese si prospetta stabile sui dati dell’anno scorso (2.104.125 tonnellate a fronte delle 2.113.000 tonnellate del 2022), la congiuntura dovuta al maltempo ha fortemente danneggiato il raccolto nei paesi nostri competitor come Polonia (-11%), Austria (-26,2%), Belgio (-14,9%) e Grecia (-33,8%) per citarne alcuni, per una media del -3% sul totale europeo”.
“Il logo richiama gli arcovoli dell’Arena, simbolo di veronesità”.
Meno ottimismo, invece, a livello regionale con un -25% per il Veneto a causa delle recenti grandinate a fronte del +7% del Trentino e del +4% dell’Alto Adige.
“Nonostante i numeri ridotti, le condizioni meteo si sono rivelate positive per la qualità delle mele”, ha continuato Faedo, “perché le temperature miti e gli sbalzi termici tra giorno e notte ne hanno favorito la maturazione ottimale. Le giacenze dell’anno scorso sono praticamente nulle e anche per questo motivo siamo molto ottimisti per la prossima raccolta”.
Oggi siamo qui per parlare della vera novità: sappiamo di essere bravi nel nostro lavoro e non ci mancano gli strumenti per produrre frutta di grande valore, a partire dagli impianti antibrina, anticimice e antigrandine, ma spesso non siamo bravi a raccontarlo. Ora con il marchio territoriale abbiamo uno strumento in più. È un progetto molto ambizioso che coinvolge tutti gli attori della filiera fino alla grande distribuzione. Il consumatore troverà sugli scaffali dei supermercati che hanno aderito un prodotto dal valore immediatamente riconoscibile anche grazie a logo che richiama gli arcovoli dell’Arena, simbolo di veronesità”.
Un nuovo modo di comunicare i prodotti.
All’incontro sono intervenuti anche i rappresentanti degli agricoltori.
“Abbiamo dato pieno appoggio a questo progetto”, ha detto Francesca Aldegheri, referente del settore ortofrutta di Confagricoltura Verona“, perché è una valida alternativa per un comparto in sofferenza da troppi anni. Ci auguriamo che grazie a un nuovo modo di comunicare i nostri prodotti finalmente arrivi il giusto riconoscimento agli agricoltori”.
“Il marchio della mela di Verona è stato portato a Berlino in occasione di FruitLogistica 2023“, ha ricordato Paolo Merci, Direttore di Veronamercato, “ed è nostra intenzione ripetere l’esperienza. Nello statuto di Veronamercato c’è l’impegno a valorizzare l’ortofrutta locale e le nostre azioni sono orientate proprio a questo, tenendo presente che il 40% della capacità di acquisto dei prodotti da noi commercializzati è nelle mani della grande distribuzione”.
Ha chiuso il confronto Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona che ha ripercorso la storia del marchio. “L’iter che ci ha portato fino a qui è stato lungo ed è nato dalla volontà di cambiare la nomea della mela di Verona che negli anni aveva inspiegabilmente assunto una fama non del tutto positiva. Con questo marchio comincia un nuovo percorso attraverso il quale i consumatori capiranno che le nostre mele sono belle, buone e sane.
Ora è il tempo di guardare al futuro che per noi significa ottenere la certificazione igp dando vita, con l’aiuto delle istituzioni, a un circolo virtuoso attraverso il quale saremo in grado di promuovere sempre di più l’eccellenza del quadrilatero della melicoltura veronese, anzi veneta”.