Negozi, bar, alberghi a Verona, la realtà fotografata dall’ufficio studi Confcommercio.
Meno negozi, più bar, ristoranti e alberghi: eccola qua la mappa della nuova Verona, in centro storico ma anche in periferia. Un leggero calo delle imprese commerciali a fronte di una lieve crescita dei pubblici esercizi (bar, ristoranti) e degli alberghi: questa la realtà fotografata dall’ufficio studi Confcommercio – su dati del Centro Studi delle Camere di Commercio – per le attività che operano nel comune di Verona.
Quindi, a Verona meno negozi e più bar. Vediamo i numeri. Nel centro storico scaligero, a giugno 2021, operavano 636 imprese del commercio al dettaglio, una in meno rispetto al 2019 e 77 in meno del 2012; fuori dal centro storico il calo è più impattante, con 1.442 imprese attive nel 2021 contro le 1.486 di due anni prima e le 1.648 del 2012. Aumentano, di contro, bar e ristoranti: 522 quelli registrati in centro storico a giugno 2021; erano 515 nel 2019 e 498 nel 2012; trend analogo nel resto del Comune capoluogo, dove a metà dello scorso anno erano sul mercato 889 aziende contro le 857 del 2019 e le 819 di 9 anni prima.
Per alberghi, alloggi per vacanze, B&B e altri alloggi, il dato più recente nel centro storico è di 158 contro i 152 del 2019 e i 55 del 2012; fuori dal centro sono 187 le imprese, 4 in più del 2019 e ben 99 in più del 2012.
“Numeri che mostrano una sostanziale tenuta ma potrebbero essere peggiori nella realtà perché ristori e cassa integrazione hanno congelato la demografia – sottolinea il presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena -. Una grossa parte della riduzione è dovuta, purtroppo, alla stagnazione dei consumi di tipo strutturale che affligge l’Italia da tanto tempo e al peggioramento del quadro generale causato dalla pandemia”.
“Pandemia e stagnazione dei consumi hanno acuito la desertificazione commerciale delle nostre città e rischiano di ridurre la qualità della vita di turisti e residenti – sottolinea il direttore generale di Confcommercio Verona, Nicola Dal Dosso -. Per scongiurare questa eventualità bisogna sostenere con maggior forza le imprese più colpite, soprattutto nella filiera turistica e utilizzare al meglio le risorse del Pnrr investendo nel tessuto economico urbano: serve accrescere l’attrattività, l’accessibilità e la sicurezza della città”.