Presentato il progetto Consulta, il vademecum per prevenire le infiltrazioni di mafie nell’economia.
Si è concluso con il convegno “Prevenire le mafie nell’economia. L’esperienza del progetto Consulta della legalità di Verona” alla presenza del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il primo ciclo di formazione sulla prevenzione e il contrasto alle mafie e alla corruzione, promosso dalla Camera di commercio di Verona insieme ad Avviso pubblico.
Un percorso, durato diversi mesi, e che nel 2020 ha visto nascere la Consulta della legalità: un progetto sperimentale che ha coinvolto gli attori istituzionali, economici, produttivi e sociali del territorio, con i quali è stato sviluppato un ciclo formativo per conoscere e capire le modalità con cui operano le mafie nel territorio veronese. Cinque webinar di due ore ciascuno, con una media di 80 partecipanti per volta e diciassette formatori coinvolti, provenienti dalle categorie produttive, dai sindacati, dal mondo bancario, finanziario e assicurativo, dalle prefetture, dalle forze di polizia, oltre che dalla rete degli Enti locali di Avviso pubblico, dal mondo universitario e giornalistico.
Uno strumento per osservare e prevenire.
“È un’esperienza pilota in Italia”, spiega Giuseppe Riello, presidente della Camera di commercio di Verona. “Alla Consulta della legalità oggi aderiscono rappresentanti delle associazioni di categoria, sindacali, dei consumatori e degli ordini professionali del territorio, vista anche la situazione di fragilità economica che rende il terreno ancora più fertile per l’infiltrazione della criminalità tra le imprese”.
«Inutile girarci intorno”, gli fa eco il presidente di Avviso pubblico, Roberto Montà, “abbiamo la piena consapevolezza del radicamento delle mafie nel territorio veronese. Dobbiamo partire da qui per formulare risposte concrete. Sappiamo che le mafie fanno impresa, che oggi usano meno violenza e acquisiscono più consenso, approfittando sempre di più dell’attuale situazione economica, aggravata ora anche dalla guerra in Ucraina. A tutto questo dobbiamo rispondere con la prevenzione e per fare questo occorre organizzarsi: ad una criminalità organizzata dobbiamo rispondere con una “legalità organizzata”.
Le mafie nell’economia si contrastano intervenendo sulla società.
“Da qui nasce il vademecum pensato per il mondo produttivo veneto e veronese in particolare. È uno strumento di conoscenza e di azione concreta”, spiega il coordinatore nazionale di Avviso pubblico, Pierpaolo Romani.
“Registriamo lo sviluppo di un modello criminale capace di maggiore fluidità organizzativa che ha legami non solo col narcotraffico, ma anche col mondo del lavoro e delle imprese. In questo senso stiamo lavorando per evitare che le risorse del PNRR vadano nelle mani sbagliate”, chiarisce il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. “Il fenomeno mafioso è un forte fattore di arretramento del sistema paese. Innanzitutto, sotto il profilo economico perché incide sul corretto svolgimento delle dinamiche imprenditoriali e sulla libera concorrenza. E così facendo favorisce il lavoro irregolare e senza tutele”.
“Abbiamo una solida rete di prefetture”, spiega ancora il ministroLamorgese, “che si muovono con rapidità nelle situazioni di turbative di ordine pubblico e disagio sociale, che consente alle mafie di ingrossare le proprie fila e incidere sul tessuto economico. Il vero contrasto alle mafie deve affondare le radici nella società, nei corpi intermedi e nei comportamenti quotidiani dei singoli cittadini”.