Lav, nel veronese sequestrate 90 pecore del camerun, detenute dentro un casolare con porte e finestre chiuse: focolaio di zoonosi.
Lav, nel veronese sequestrate 90 pecore del camerun, detenute dentro un casolare con porte e finestre chiuse: focolaio di zoonosi. Ovini costretti a vivere dentro le mura di un casolare, al buio, con porte e imposte chiuse, ammassate e tra gli escrementi, mentre i cadaveri venivano bruciati nel cortile. Con loro viveva anche il proprietario dell’immobile, ben conosciuto dalle autorità locali, che da oltre 20 anni era noto alle cronache per le condizioni di vita che aveva scelto per sé e gli animali.
La maxi operazione.
Finalmente, la settimana scorsa, una maxi-operazione coordinata dal maresciallo Architravo, comandante della stazione dei Carabinieri che, in collaborazione con i militari della stazione di Pastrengo, ha portato in salvo gli animali. L’esito è stato possibile grazie anche alla presenza, durante il recupero degli animali, del personale del Nucleo carabinieri forestali di Costermano sul Garda, dei vigili del fuoco, di veterinari e ispettori dell’azienda Ulss 9, della polizia locale. C’era anche il personale socio-sanitario intervenuto per garantire le adeguate cure all’uomo, trasportato per accertamenti in pronto soccorso.
Situazione attuale.
“Tutti le pecore, in custodia al comune e sotto la tutela di Lav, sono in questo momento in stallo in un luogo sicuro, dove stanno ricevendo cibo e acqua fresca e dove stanno assaporando le loro prime ore di libertà: una situazione a cui non sono abituate e che le sta stressando molto” dichiara Lorenza Zanaboni, responsabile della sede territoriale Lav di Verona, contattata dal PM che sta seguendo il caso e a cui è stato chiesto il supporto di LAV per la gestione degli animali.
“Stiamo procedendo per piccoli passi: hanno bisogno di assestarsi e di ritrovare il loro equilibrio, per poter procedere anche con eventuali cure veterinarie. Nel frattempo, ci stiamo già muovendo per trovare loro una situazione definitiva e garantire una vita libera e dignitosa come merita ogni essere vivente” afferma Zanaboni.
Focolaio di zoonosi.
Negli ultimi 20 anni sono stati fatti oltre 25 tentativi di accesso all’abitazione dove gli animali venivano detenuti, ma senza alcun successo. Una situazione di maltrattamento per tutti gli animali presenti, ma anche un focolaio di possibile zoonosi, vista la totale mancanza di igiene del luogo, oltre all’elevata presenza di cadaveri di animali in tutto il podere.
Animali che spesso venivano bruciati per evitare di pagare la cifra necessaria al corretto smaltimento del corpo, come da normativa, stando a quanto affermato dal proprietario durante un servizio di denuncia di Striscia la notizia del 2016. Solo la decisione di effettuare un’indagine autoptica sul corpo di una delle pecore ritrovate senza vita ha permesso di far aprire un’indagine e far partire l’operazione di sequestro.
Sportello Lav contro i maltrattamenti.
E proprio a supporto delle Forze dell’Ordine e di tutta la collettività, a Verona da quasi due anni è attivo il primo Sportello contro i maltrattamenti sugli animali gestito da Lav, a cui ne sono seguiti altri, sempre LAV, a Trento, Lucca, Bari e Bologna. Nel 2023 presso lo sportello contro i maltrattamenti di Verona sono state raccolte 283 segnalazioni, eseguiti 150 sopralluoghi con 27 denunce alle forze dell’ordine e sono stati in tal modo salvati 183 animali.
“Come Lav siamo stati chiamati per l’occasione dal pm Gennaro Ottaviano al fine di prenderci cura di tutti questi animali e garantire loro un futuro di libertà e dignità. Questo è l’ennesimo riconoscimento di oltre 40 anni di lavoro dalla parte degli animali, di cui andiamo fieri” conclude Zanaboni.