Dopo un anno di crescita costante dell’inflazione, a Verona i primi segnali di rallentamento. Si monitora con il nuovo progetto “Occhio al prezzo”.
A Verona rallenta l’inflazione. Dopo un costante aumento dei prezzi che ha portato lo scorso anno un innalzamento rispetto al 2021 di quasi 7,5 punti percentuali, i dati statistici evidenziano come da novembre a dicembre 2022 si sia registrato un primo rallentamento, con un calo percentuale dello 0.5%. Dati che emergono anche grazie all’iniziativa “Occhio al prezzo”, ideata dall’amministrazione e partita da ottobre per monitorare l’andamento dei costi.
“Dagli inizi del 2022 Verona registra dati in aumento sia dell’inflazione che dei prezzi”, ha spiegato l’assessore alla statistica Federico Benini, “risultando per molti e diversi fattori una delle città con i maggiori rincari. Da considerare che nei mesi di maggio e agosto del 2022 il dato dell’inflazione di Verona era circa 1,5 punti percentuali sopra il dato nazionale. Da novembre 2022 abbiamo registrato la prima leggera decrescita, che a dicembre ha portato ad un pareggio fra gli indici nazionali e locali, mai registrato prima. Un risultato positivo che, se i dati saranno confermati anche nei prossimi mesi, avvale la bontà anche dell’iniziativa comunale “Occhio al prezzo”. Un progetto assolutamente nuovo a livello nazionale, che altre regioni ci hanno chiesto di poter copiare“.
Variazione nei prezzi di dicembre.
Da dicembre 2021 a dicembre 2022 è stata registrata una costante crescita dei prezzi al consumo, con una media a Verona sempre superiore a quella nazionale. A dicembre 2021 la percentuale era di +4% a Verona e di +3,9% in Italia, un dato in crescita fino ad ottobre 2022 quando si è registrato il livello massimo pari a un +12,4% nella città scaligera e un +11,8% a livello nazionale. Da ottobre a dicembre i dati hanno iniziato una lieve riduzione fino ad arrivare, per la prima volta nel corso dello scorso anno, ad un pareggio dei valori locali e nazionali.
In particolare, a dicembre i prezzi dei beni alimentari su base annua sono in calo. La maggiore riduzione riguarda i prezzi degli alimentari non lavorati, della frutta fresca e refrigerata e dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate. Ancora in crescita su base annua i prezzi degli alimentari lavorati.
“Si tratta di un’inflazione che non si registra in Italia dal 1985“, ha sottolineato il presidente della commissione comunale di controllo prezzi ISTAT Franco Bressan, “un dato estremamente preoccupante, che pesa gravemente sui cittadini che si ritrovano quotidianamente ad affrontare un accrescimento inflattivo che ha raggiunto ormai la doppia cifra, una tassa occulta che riduce il potere di acquisto. I dati registrati da novembre 2022 in poi ci fanno però sperare in un miglioramento. Una tendenza che ci auguriamo possa proseguire”.