Sistema informatico ospedaliero, Fp Cgil Veneto: “Quanto avviene a Verona è un film già visto. La Regione si assuma le proprie responsabilità”.
Non si fermano le polemiche contro il nuovo Sistema informatico ospedaliero attivato a Verona, previsto fin dal 2012 nell’ambito del “fascicolo elettronico personale” e obiettivo strategico di parte degli interventi finanziati dal Pnrr. A rivolgersi alla Regione in cerca di risposte questa volta è la Fp Cgil del Veneto:
“Quanto avviene a Verona è un film già visto”, affermano Ivan Bernini, segretario generale del sindacato, e Sonia Todesco, “pompa magna e protagonismo da parte della politica quando è tempo di “tagliar nastri” e grandi silenzi un minuto dopo se le cose non vanno esattamente come si immaginavano o si narravano”.
L’Azienda ospedaliera scaligera è stata selezionata dalla regione come primo soggetto attuatore del nuovo sistema informatico regionale – un appalto da 122 milioni di euro – che dovrebbe essere esteso in tutte le Aziende socio sanitarie del Veneto, presumibilmente entro i tempi previsti per l’attuazione del Pnrr.
“Val la pena sottolineare che le organizzazioni sindacali veronesi, unitariamente fin dal mese di giugno, non hanno messo in discussione l’oggetto dell’obiettivo – la digitalizzazione e la creazione di un unico software – ma hanno rappresentato alcune problematiche che potevano manifestarsi e che nel monitoraggio successivo si sono puntualmente dimostrate. Aggravandosi con evidenti e denunciate ricadute non solo sui carichi di lavoro ma anche sui servizi e sull’utenza con importanti e delicati disservizi, alcuni dei quali, come emerso in queste settimane, potevano avere serie conseguenze. Non a caso chiedevamo maggior cautela e gradualità nell’avvio della sperimentazione”.
“La Regione convochi le organizzazioni sindacali”.
“Fin da giugno abbiamo cercato di riportare la questione sul livello regionale chiedendo un incontro specifico sul tema, consapevoli che gli interlocutori ai quali rivolgersi non potevano essere solo l’Azienda ospedaliera – che suo malgrado si è trovata ad avviare la sperimentazione – né l’Azienda Zero che è ente strumentale che si occupa di appalti”, aggiungono Bernini e Todesco. “Gli addetti ai lavori sanno benissimo che qualsiasi direttore generale al quale viene posto un obiettivo risponde con il motto di garibaldina memoria “obbedisco” e che Azienda Zero non è il soggetto al quale rivolgersi”.
“Dalla Regione zero risposte e zero confronto. Sono trascorsi tre mesi, il clima tra lavoratori e cittadini si sta “invelenendo” ed ancora la Regione fa orecchie da mercante. L’impressione è che la Direzione tecnica regionale abbia voluto tenersi fuori, consapevole dell’enormità del problema, e la direzione politica prenda tempo non sapendo come uscire dall’evidente stallo: così, però, si stanno scaricando su Azienda ospedaliera, lavoratori e utenza una serie di problemi seri, “dimenticando” che quel sistema informatico dovrebbe entrare in uso in tutto il territorio regionale”.
“Non proponiamo certo un incontro con Azienda Zero né con Arsenal o con coloro che hanno in gestione l’appalto: non siamo né esperti informatici né tecnici specialisti. Chiediamo quell’incontro che avevamo richiesto fin da giugno per avere informazioni su come la Regione intenda procedere. E rivendichiamo che le questioni poste dal personale vengano considerate. Ci pare”, concludono i sindacalisti,-“che si sia lanciata “una macchina a velocità folle” per arrivare presto al traguardo da numeri uno e di fronte ai continui sbandamenti anziché rallentare si continua a spingere sull’acceleratore. Ma se l’obiettivo è arrivare non è certo la scelta corretta”.