Verona, è polemica dopo lo sciopero di Fondazione Arena.
La notizia è nota: i sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Fials-Cisal e Rsu hanno proclamato per la giornata di ieri, giovedì 15, uno sciopero di tutte le maestranze della Fondazione Arena, che hanno rischiato di far clamorosamente saltare la rappresentazione areniana di Aida, poi andata ugualmente in scena in forma “ridotta”, con il pubblico informato alle 21 che lo spettacolo sarebbe stato “diverso da quello tradizionale”. La stessa Fondazione ha fatto anche sapere che “tutti potranno chiedere il rimborso del biglietto”. Insomma, la vera Aida non c’è stata. Causa sciopero dei lavoratori della Fondazione.
Un evento che ha acceso in città la miccia della polemica. Per i sindacati si tratta della “conseguenza inevitabile dell’atteggiamento di chiusura rispetto alle richieste di risoluzione di gravissimi problemi e criticità che riguardano il futuro e la sopravvivenza stessa della Fondazione Arena”.
Michele Bertucco, consigliere di Sinistra in Comune, rincara la dose: “Se il clima su Fondazione Arena resterà quello che assaporiamo oggi, con la grande maggioranza delle forze imprenditoriali e di quelle politiche di maggioranza unite e concordi nel gettare la croce sui lavoratori, è chiaro che l’ex ente lirico non farà più molta strada a Verona.
I lavoratori la croce l’hanno già portata. Mentre una parte del mondo economico ed imprenditoriale fino a pochi anni fa sposava il progetto tosiano di liquidare la Fondazione Arena per mettere su una compagnia di giro, sono stati proprio i lavoratori a portare la croce del risanamento dei conti. Chi pertanto pontifica sulla direzione verso cui si dovrebbe “remare” oggi non sa di che cosa parla e farebbe meglio a tacere”.
Sul tema intervengono anche Tommaso Ferrari e Pietro Trincanato di Traguardi: “Un anno di stop per prepararsi alla ripresa, un anno che Fondazione Arena poteva utilizzare per sistemare le storture amministrative e di gestione del personale. Ma l’occasione è stata sprecata: i rapporti con i dipendenti sempre più tesi e la mancanza di volontà di distensione hanno fatto sì che si arrivasse impreparati alla stagione lirica 2021, come dimostra lo sciopero delle maestranze dalla messa in scena di stasera dell’Aida. La prospettiva di rilancio di cui parlava il sindaco Sboarina è stata totalmente disattesa”.
Su tutte le furie invece Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona: “La decisione di andare fino in fondo con lo sciopero è gravissima e inaccettabile. Già ci immaginiamo le ripercussioni negative in termini di immagine, i titoli dei giornali italiani e stranieri, nei paesi del Centro e Nord Europa che costituiscono un riferimento per il turismo veronese e che avevano ripreso sia pur blandamente, a rappresentare una risorsa e una fonte di ricchezza per il sistema Verona tutto”.