Terminata la ricostruzione della chiesetta alpina di Costabella distrutta dalla tempesta Vaja nel 2018: lavori da 150mila euro.
Si sono conclusi i lavori di ricostruzione della chiesetta alpina di Costabella, sul crinale del Monte Baldo: il progetto, studiato e finanziato dall’Ana Verona per restituire nuova bellezza alla struttura, dopo che i venti della tempesta Vaja dell’ottobre del 2018 l’avevano quasi rasa al suolo, è finalmente realtà. Il nuovo design della chiesetta accoglierà domani le migliaia di penne nere che saliranno in cima per il 60° Pellegrinaggio Solenne a Cima Costabella.
Il ritrovo è alle 10.20, l’inizio della cerimonia alle 10.30 con gli onori al vessillo sezionale, l’alzabandiera e l’onore ai caduti. Alle 11.30 sarà celebrata la messa dai vescovo di Concordia monsignor Giuseppe Pellegrini e dal cappellano sezionale don Rino Massella. La cestovia/seggiovia di Prada per l’occasione sarà in funzione dalle 7.30 del mattino e per i tesserati Ana la tariffa agevolata è fissata a 10 euro andata e ritorno. Al termine, punto ristoro organizzato dagli alpini della zona Alto Baldo – Garda con il tradizionale minestrone alpino.
Mura antisismiche e messa in sicurezza.
L’intervento è costato circa 150mila euro ed è stato finanziato in larga parte grazie ai proventi della vendita natalizia della pandora dell’alpino. La chiesetta, che sorge a pochi passi dal rifugio Chierego e nel cui saccello ossario riposano i resti del giovane soldato Raffaele Solve, morto a soli 21 anni a Nowo Kalitwa, Russia, il 4 gennaio del ’43, è stata messa in sicurezza con opere murarie antisismiche, nuovi vetri, strutture consolidate e un design in parte nuovo, che dialoga con il contesto montano in cui è inserita.
Il progetto prevedrebbe anche la costruzione di una seconda “ala” simmetrica a quella già esistente, abbattuta dal vento e che è stata sapientemente ricostruita. Ma questo è un ulteriore step da valutare in un secondo momento: manca ancora l’autorizzazione urbanistica. La ricostruzione della chiesetta è stata lunga e complessa, rallentata dall’emergenza pandemica e dai limiti che emergono operando a circa 2mila metri d’altitudine.
“Del resto, per gli alpini non esiste l’impossibile”, ha commentato il presidente dell’Ana Maurizio Trevisan. “È scritto sulla parete del Doss Trent. E la ricostruzione Costabella è l’esempio che siamo una grande famiglia, oggi allargata anche con il sostegno delle amministrazioni locali, in grado di poter raggiungere grandi obiettivi. Vorrei fare un plauso ai miei 20mila cuori alpini che quotidianamente e gratuitamente offrono le proprie mani a sostegno di opere come Costabella e in aiuto dei più deboli”.