Fiammetta Borsellino porta l’olivo della legalità a Verona.
Anche Verona ha il suo ‘olivo di via D’Amelio: questa mattina, giovedì, nel giardino delle scuole medie Verdi, Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, circondata dagli studenti, ha assistito alla piantumazione della pianta che unirà simbolicamente la nostra città con Palermo. E con la lotta alla criminalità organizzata. Una ‘perla’ di legalità, come l’ha voluta definire l’Istituto comprensivo 19 di via Cilea, in Borgo Santa Croce. Presenti, oltre al sindaco Federico Sboarina, anche gli assessori all’Istruzione Maria Daniela Maellare, ai Giardini Marco Padovani e i consiglieri comunali Roberto Simeoni, delegato all’Anticorruzione, e Thomas La Perna. Oltre alla dirigente scolastica Daniela Miceli e a Roberta Spallone, responsabile dei Percorsi di legalità dell’Ufficio scolastico provinciale.
“Qualche giorno dopo l’attentato che uccise mio padre, mia nonna decise di farsi portare da Gerusalemme un olivo – ha aggiunto Borsellino -. E di farlo piantare dove l’esplosione dell’autobomba aveva formato un vero e proprio cratere. Tutti erano contrari, i tecnici del Comune dicevano che non sarebbe mai sopravvissuto, che non c’era il terreno adatto. Ma lei lo volle fermamente. Oggi, dopo quasi 30 anni, quella pianta è rigogliosa e fruttifera, ogni anno a luglio vengono distribuite le olive ‘cunzate’ prodotte dall’albero. È l’esempio a fare la differenza. Quello di ciascuno di noi e delle Istituzioni, che possono farvi crescere in maniera sana e forte”.
“Ci sono avvenimenti che rimangono per sempre impressi nella nostra memoria – ha detto Sboarina -. Quando ebbi la notizia della morte di Borsellino ero al mare, in vacanza, guardavo il Tour de France. Era una giornata spensierata che, all’improvviso, divenne buia. A quel tempo la mafia sembrava una cosa lontana da Verona, anche se era solo frutto di un preconcetto legarla ad alcuni territori. Oggi siamo consapevoli, invece, che è anche tra di noi. Spesso invisibile o perpetrata da persone che all’apparenza sembrano per bene”.
“La cura degli spazi non deve essere prioritaria solamente quando questi invecchiano, ma deve essere una attività quotidiana, affinchè acquisiscano valore – ha aggiunto la dirigente Miceli -. Ecco perché assieme agli studenti vogliamo piantare questo olivo nel nostro giardino, una perla di legalità”.