L’ex lager di prigionia di Montorio ora si chiama DAT Colombara. Sabato e domenica le prime visite guidate aperte a tutti.
E’ partita la valorizzazione vera e propria del campo di concentramento di Montorio, l’ex lager oggi chiamato DAT Colombara, utilizzato nella seconda guerra mondiale come luogo di detenzione per prigionieri politici e campo di concentramento per ebrei. Individuato solo di recente, nel 2017, il Demanio lo ha concesso in via temporanea al Comune di Verona.
Ora le associazioni Figli della Shoah e Montorioveronese.it, che nei mesi scorsi hanno pulito e riordinato il luogo della Memoria, possono dare avvio alle attività per far conoscere il luogo e il suo eccezionale valore storico.
Le prime visite guidate aperte a tutta la cittadinanza sono in programma già il prossimo weekend, sabato 24 e domenica 25 settembre, per poi proseguire il 22 e 23 ottobre, il 26 e 27 novembre e il 17 e 18 dicembre. In primavera il sito diventerà anche meta di visite didattiche rivolte alle scuole cittadine, in attesa che i lavori di restauro permettano di entrare anche all’interno dell’edificio. Presto partirà infatti la stesura del progetto di rigenerazione del sito storico, che aprirà la strada al il trasferimento definitivo della proprietà al Comune.
Scoperto grazie ad una lettera del giugno 1945.
Lo stabile, oggi chiamato “DAT Colombara”, è stato utilizzato nella Seconda guerra mondiale come campo di concentramento e luogo di detenzione per prigionieri politici ed ebrei. È stato individuato nel 2017 grazie ad una ricerca storica svolta dall’associazione Montorioveronese.it, a partire da una lettera datata 21 giugno 1945, inviata dall’Ufficio accertamenti e amministrazione beni ebraici al prefetto, dove si chiedeva riscontro delle spese sostenute per il campo di concentramento per ebrei di Montorio. A seguito del ritrovamento iniziarono le ricerche per la sua individuazione, nelle campagne tra Montorio e San Michele Extra.
Fino allo scorso gennaio era una struttura fatiscente, danneggiata dal tempo e dalla vegetazione. I lavori di pulizia hanno permesso di rimuovere dall’area i rifiuti, posare le recinzioni per la limitazione del percorso di visita e procedere con la messa in sicurezza degli spazi attorno allo stabile non ancora recuperato. La struttura è stata liberata nella parte esterna dalla vegetazione, così da consentirne una migliore visione. Infine, sono stati posizionati cartelli informativi, sulla storia del luogo e sul suo ritrovamento, nell’area antistante lo stabile, a supporto della visita.
Un modo per tramandare la storia.
“Un’iniziativa condivisa da tutte le forze politiche e che, grazie alla collaborazione della Soprintendenza e del Demanio, si è concretizzata con il patto di sussidiarietà siglato tra Comune e associazioni”, ha ricordato l’assessore al patrimonio Michele Bertucco. “Obiettivo dell’accordo è valorizzare questo luogo fino a poco tempo fa sconosciuto, dove si sono consumate alcune della pagine più atroci della storia recente e il cui racconto deve essere un monito affinché vergogne come quella della Shoah non accadano mai più. Il nostro impegno è che questo sito rimanga in eterno il luogo della memoria”.
“Quando tre anni fa venne alla luce l’ex lager, capimmo subiti che dovevamo attivarci per tramandarne la storia“, ha detto Israel dell’associazione Figli della Shoah. “Qui gli ebrei vennero torturati insieme ai prigionieri politici, in una guerra che non è stata uguale per tutti. Siamo orgogliosi di portare avanti questo testimone”.