Verona, in tre segnalati alla Procura per truffa ai danni dello Stato.
Continua la lotta della polizia locale di Verona al conseguimento della patente di guida con il trucco. L’operazione “Patenti facili”, ormai da oltre un anno, vede protagonista il Laboratorio Analisi Documentale, d’intesa con la Motorizzazione Civile. Ancora una volta sono giunti da fuori provincia e, sicuri di non essere scoperti, hanno accuratamente preparato la candidata che, nella stessa mattinata di martedì scorso, doveva presentarsi presso la Motorizzazione civile di Verona per partecipare all’esame teorico per il conseguimento della patente di guida italiana.
Tutto era studiato nei minimi particolari: l’esaminanda aveva l’unico compito di entrare in aula, farsi identificare dal funzionario, prendere posto alla postazione e attendere i suggerimenti esterni dati da una terza persona che, da remoto, visionava le immagini tramite un telefonino ben celato nella felpa della stessa. Tutto stava procedendo come pianificato ma, proprio mentre la donna era intenta a compilare la scheda d’esame, giungevano presso la Motorizzazione gli agenti di via del Pontiere che, come ormai accade da tempo, si portavano presso la sala esami per verificare il corretto svolgimento degli stessi.
Alla vista degli agenti la ragazza, poco prima tranquilla, iniziava stranamente ad agitarsi, tanto da indurre gli stessi, al termine dell’esame, a fermata la candidata per sottoporla ad un controllo. Una volta fermata, la donna mostrava un telefono cellulare nascosto sotto la felpa che indossava, dei cavi avvolti attorno al collo e, nel contempo, estraeva dall’orecchio un micro-auricolare.
I complici all’esterno.
Proprio mentre una seconda pattuglia si stava portando di supporto verso la Motorizzazione, l’attenzione della pattuglia veniva attirata da un Suv di colore nero posto in sosta irregolare ed in maniera defilata nelle vicinanze della struttura. A bordo del veicolo venivano trovati due uomini, un cittadino italiano, residente in Lombardia e uno straniero di origine pakistana, residente in Emilia. Proprio quest’ultimo, alla vista degli agenti, cercava di nascondere uno zaino sotto una coperta ed un cellulare di ultima generazione.
Entrambi non erano in grado di fornire un valido motivo della loro permanenza nella zona e visto quanto accertato gli agenti decidevano di approfondire il controllo sia sul veicolo che sui passeggeri e qui la sorpresa perchè nello zaino in uso ad uno dei due, venivano rinvenute attrezzature elettroniche, scotch, cavi elettrici, telefonini, batterie e auricolari, schede sim e numeri telefonici oltre che un cacciavite e documenti vari.
La banda delle patenti con il trucco.
Gli specialisti del Laboratorio Analisi Documentale, in poco tempo, riuscivano a ricomporre i vari pezzi collegando le persone fermate alla candidata poco prima sorpresa presso la Motorizzazione di Verona. Sono così scattate le perquisizioni e i sequestri di tutta l’attrezzatura in possesso dei tre protagonisti, uno dei quali organizzatore della truffa: lui infatti aveva assemblato il materiale e programmato i telefoni utilizzati dalla candidata. Proprio grazie agli elementi raccolti, nei giorni successivi, gli uomini del Comando di via del Pontiere sono risaliti a ulteriori nominativi di candidati che, con tutta probabilità, hanno avuto anch’essi un ausilio esterno durante la prova d’esame; una fitta ragnatela di nominativi molti dei quali residenti in altre provincie italiane.
Per il terzetto è scattato il deferimento presso la Procura di Verona per i reati di truffa ai danni dello Stato e uso di apparecchiature elettroniche durante la seduta d’esame avendo cercato di superarlo, con metodi fraudolenti.