Ricostituito il Consorzio di tutela della pesca di Verona Igp, Zaia scrive a Coldiretti:” La Regione al fianco dei produttori”.
Sta vivendo un vero e proprio momento di rinascita la Pesca di Verona Igp, a partire dalla ricostituzione del Consorzio di valorizzazione e tutela: a stagione terminata, lo scorso 9 ottobre nell’Auditorium di Veronamercato Coldiretti Verona ha voluto fare il punto della situazione durante un incontro tecnico che ha visto esperti agronomi e istituzioni confrontarsi sul futuro della drupacea un tempo regina dell’ortofrutta veronese.
L’annuncio della recente costituzione del Consorzio è stato dato dal presidente Alex Vantini che ha lanciato un appello ai produttori presenti ad aderire rimarcando il ruolo strategico della nuova compagine. “Un consorzio non è una struttura commerciale, bensì una realtà fatta di rappresentanze ben definite e in cui i produttori sono i protagonisti”.
Il nuovo Consorzio è presieduto da Franca Castellani, produttrice di pesche e membro della Giunta di Coldiretti Verona. “Si tratta di una scelta obbligata per dare nuova vita a un comparto che ha fatto la storia dell’agricoltura veronese. I nostri peschicoltori negli anni hanno riscontrato non poche criticità trovandosi spesso in balia di speculazioni ingiustificate. Ora si meritano di avere una struttura in cui loro stessi siano i protagonisti e che riporti la peschicoltura veronese ai massimi livelli, sia dal punto di vista della qualità che della soddisfazione economica.”
“Importante dare un’identità forte al prodotto”.
Al Consorzio è arrivato anche il supporto da parte della Regione Veneto, attraverso una missiva inviata dal governatore Luca Zaia in occasione dell’incontro. Riferendosi alla Pesca di Verona, Zaia scrive “Sono certo che oggi dal confronto emergeranno nuove strategie e progettualità future per questa tipicità del nostro Veneto, che è anche un presidio identitario dei valori legati alla terra”.
“Nel complesso della regione”, ha commentato Elisa Macchi, direttore di Cso Italy“, le superfici nel 2023 sono scese sotto i 1.500 ettari, contro i quasi 4.000 ettari di circa di 15 anni fa. Verona rimane comunque l’area di maggior coltivazione concentrando oltre l’80% delle superfici venete”. Macchi ha poi fatto un raffronto con la Spagna, nostro competitor per eccellenza in fatto di ortofrutta e grande importatore nella nostra nazione. “Il paese iberico ha accresciuto la produzione di pesche e nettarine perché ha saputo modernizzare il comparto. Il consumatore è orientato all’acquisto di prodotti certificati, legati al territorio e innovativi, come per esempio la pesca saturnina (quella piatta) che l’Italia importa proprio dalla Spagna”.
Le ha fatto eco Lorenzo Bazzana, responsabile settore ortofrutta di Coldiretti nazionale, che ha ribadito l’importanza di dare una identità alle produzioni agroalimentari con i marchi Igp e Dop, garanzia di origine, qualità e salubrità che i consumatori oramai sono abituati a ricercare nel momento dell’acquisto. “I marchi comunitari sono strumenti necessari per valorizzare i prodotti del territorio. I dati divulgati nel Rapporto Ismea – Qualivita 2022 parlano chiaro: in Veneto la Dop economy ha un peso pari al 48% sul valore complessivo del settore agroalimentare. A livello italiano la quota è del 21%”.