Welfare aziendali a Verona: ecco chi prevede un congedo di paternità esteso

Ecco alcune aziende con sede a Verona che prevedono un congedo di paternità esteso.

In Italia il congedo di paternità obbligatorio ammonta a soli 10 giorni, ma sono diverse le aziende che stanno anticipando la legislazione: alcune aziende con sede a Verona prevedono un congedo di paternità esteso. Il congedo di paternità è un periodo in cui i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, possono astenersi dal lavoro. Esso è fruibile nell’arco temporale che va dai 2 mesi precedenti alla data presunta del parto ai 5 giorni successivi ad esso.

“Obiettivo del congedo di paternità obbligatorio è ottenere una più equa ripartizione delle responsabilità di assistenza tra uomini e donne e permettere una precoce istaurazione del legame padre e figlio”, questo è quanto dichiarato dal Dipartimento nazionale per le politiche della famiglia. (d.lgs. 151/2001 – cd. “Testo unico sulla maternità e paternità”).
Al congedo obbligatorio si accosta la possibilità di aggiungere 10 mesi facoltativi, che i due genitori condividono, fino ai 12 anni di età del figlio.

Riguardo alle madri la situazione è differente. Attualmente la madre lavoratrice dipendente ha diritto di astenersi dal lavoro nei 2 mesi precedenti la data presunta del parto, nel periodo interconnente tra la data presunta e quella effettiva e nei tre mesi dopo il parto. Le lavoratrici hanno diritto a un’indennità giornaliera pari all’80% della retribuzione per tutto il periodo di congedo di maternità.

Una realtà complessa.

Seppure il congedo di paternità obbligatorio sia un importante passo verso una situazione più equilibrata, il cammino verso una genitorialità condivisa è ancora lungo. Come riportato dal Sole 24 Ore solo il 64% dei potenziali beneficiari del congedo di paternità, lo utilizza effettivamente. Il che sottolinea la necessità di un’azione anche sul fronte culturale.

È tuttavia emerso da un’ultima indagine realizzata dall’Osservatorio D di Valore D e SWG che l’80% degli uomini ritiene totalmente inadeguato il congedo di soli 10 giorni e circa il 38% vorrebbe poter usufruire di un congedo di paternità esteso da 1 a 3 mesi.
Dove non arriva ancora la legislazione in materia, arrivano alcune realtà aziendali che, consce del disequilibrio anacronistico, danno la possibilità ai neo-padri di godere di un congedo esteso.
Di seguito sono riportate alcune aziende, che hanno sede a Verona e che stanno andando in questa direzione.

Intesa San Paolo.

Un esempio di welfare aziendale a supporto della genitorialità è quello offerto da Intesa San Paolo. Vengono garantite diverse tipologie di servizi e permessi che integrano quanto già previsto a livello normativo. Si segnalano: permessi retribuiti per la partecipazione a corsi di preparazione e per l’inserimento dei figli presso l’asilo nido o scuola materna.

Per i padri sono disponibili specifici permessi retribuiti aggiuntivi per la nascita dei figli, e il riconoscimento di un’integrazione economica del 10% della quota retributiva prevista per legge, nonché la possibilità di fruizione di ulteriori 10 giorni di congedo parentale.

Unicredit.

Come riportato dal Sole 24 Ore, Unicredit ha introdotto lo standard minimo di 4 settimane di paternity leave: in aggiunta ai 10 giorni di congedo obbligatorio stabilito dalla legge, l’azienda ne offre ulteriori 10, retribuiti al 100%, per un totale di 20 giorni.

Coop Alleanza 3.0.

Il colosso della distribuzione prevede diverse misure a sostegno della genitorialità. Integra con 6 giorni il congedo paterno previsto per legge, oltre ai canonici 10. È possibile, inoltre, richiedere un periodo di aspettativa fino a 18 mesi fino al compimento del 12esimo anno di vita del bambino.

L’impegno di Coop ha visto la nascita nel 2022 della petizione Genitori #AllaPari sull’estensione del congedo di paternità fino a tre mesi e che in un anno ha raccolto 47.297 firme. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione Movimenta e sostenuta anche dalla community Papà pinguino, un collettivo di giovani attivisti, creatori di un dibattito sull’essere padri oggi.

Enel.

Enel propone il Parental Program, un programma che prevede colloqui con i propri People Partner e responsabili per affrontare sia temi lavorativi e organizzativi sia per promuovere la cultura della genitorialità in azienda e la condivisione di strumenti utili a favorire l’integrazione tra vita privata e lavorativa.

“Ci facciamo promotori di una visione di genitorialità condivisa che vede la cura da parte di entrambi i genitori, consolidando il nostro impegno per l’equilibrio tra vita personale e professionale assieme alle politiche per valorizzare la diversità, attraverso l’abbattimento di ruoli socialmente predefiniti”. Questo viene dichiarato dall’azienda.

A gennaio 2023 è stato firmato un accordo sindacale che prevede un ampliamento del congedo per i padri, con il riconoscimento di ulteriori 10 giorni di permesso retribuito in aggiunta al congedo previsto per legge. Vengono proposte inoltre condizioni agevolate che prevedono una retribuzione per congedo parentale del 90% per il primo mese, del 60% per il secondo e il terzo mese, e del 45% per gli ulteriori 3 mesi cui i genitori hanno diritto, rispetto al 30% previsto dalla legge.

Axa.

Ai propri dipendenti Axa propone delle condizioni che favoriscano la conciliazione della vita familiare e professionale. Tra questi, orari di riunione conciliabili con le esigenze delle famiglie, assegni familiari aziendali e un congedo di paternità pagato fino a sei settimane.

Propone inoltre consulenze gratuite sull’accudimento dei figli e assistenza alla cura di familiari anziani, malati o disabili. Offre, infine, coaching individuale per il personale con figli, sulle sfide poste da famiglia e professione e sulle pari opportunità di carriera.

Esistono aziende che hanno compreso l’importanza di una più equa ripartizione del tempo e delle energie da dedicare alla propria famiglia. L’imposizione obbligatoria del congedo parentale per i padri a 10 giorni è sicuramente un ulteriore tassello, messo a disposizione dal Governo, ma per 3 padri su 5 non basta. Il territorio veronese è interessato da alcune realtà che, al di là delle normative nazionali, gettano le basi, passo dopo passo, per una genitorialità condivisa.

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