Caso Citrobacter, tutti assolti: non ci sarà nessun processo per i sette indagati.
Si chiude con un proscioglimento il caso Citrobacter, che aveva sconvolto Verona per le gravi conseguenze su neonati prematuri ricoverati all’ospedale della Donna e del bambino di Borgo Trento. Tra il 2018 e il 2020, il batterio contagiò un centinaio di bambini, causando la morte di quattro di loro e danni permanenti ad altri sei.
Nel giugno scorso il gip aveva ritenuto che il personale sanitario fosse imputabile solo per due casi avvenuti nell’ultima fase della diffusione del batterio, tra il 22 febbraio e il 30 maggio 2020. Gli altri casi, precedenti al 2020, sono stati archiviati.
Ora il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Verona Livia Magri ha stabilito il non luogo a procedere per i sette indagati, tra cui Francesco Cobello, ex direttore generale dell’azienda ospedaliera, Paolo Biban, ex primario del reparto neonatale, e altri cinque medici e dirigenti: Giuliana Lo Cascio, Chiara Bovo, Giovanna Ghirlanda, Stefano Tardivo ed Evelina Tacconelli. Le accuse di omicidio colposo e lesioni colpose in ambito sanitario sono quindi cadute. Le motivazioni del verdetto saranno rese note entro 30 giorni.
La rabbia della madre di una delle piccole vittime.
La decisione ha sollevato un’ondata di polemiche, soprattutto tra le famiglie colpite. Elisa, madre della piccola Alice, morta quattro anni fa a causa del Citrobacter, ha espresso tutto il suo dolore e la sua rabbia sui social:
“Oggi c’è stata l’ultima udienza sul caso citrobacter. Ormai sono passati più di 4 anni, ma io non me ne sono persa una. Oggi si è accolta la richiesta dei 7 imputati di “non luogo a procedere”. Tutti assolti, non è successo niente, non è colpa di nessuno. […] Spero che il karma faccia giustizia, anche se so bene che non accadrà. Mi arrendo, ma non dimentico”.