Centro anti violenze dell’ospedale di Verona: 33 vittime assistite da inizio anno, 300 in 15 anni

L’attività del Centro anti violenze dell’ospedale di Borgo Trento a Verona.

Sono 300 le vittime assistite in 15 anni di attività, 33 da gennaio di quest’anno: il pronto soccorso ostetrico-ginecologico di Borgo Trento è sede del Centro anti violenze ,che è anche hub provinciale per l’assistenza sanitaria delle donne, inviate anche dagli altri ospedali veronesi. Ideato e coordinato da Massimo Franchi, direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di ostetricia-ginecologia e da Giovanna del Balzo della medicina legale, il centro, secondo i numeri forniti dall’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, ha accolto in 15 anni più di 300 vittime di violenza, di cui 41 nel 2023 e 33 fino a novembre di quest’anno.

“Le donne – come spiega l’Azienda sanitaria – vengono accolte in un ambiente appositamente allestito e separato dalla comune attività clinica, seguite da solo personale sanitario femminile con esperienza specifica nell’aiuto durante le prime fasi che seguono il dramma della violenza. La presa in carico multidisciplinare prevede le visite da parte di specialisti in malattie infettive, pediatria e anche psicologia, con la collaborazione della Medicina legale per aiutare la vittima nella ricostruzione di se stessa. Proprio perché non si tratta mai di sola emergenza sanitaria, le donne sono accompagnate in uno specifico percorso, che coinvolge tutte le professionalità del gruppo interdisciplinare ‘Violenza Sessuale Femminile’ (Givsf): ginecologi, ostetriche, pediatri, psicologi, medici legali, infettivologi, anatomopatologi e medici di Pronto soccorso. Le casistiche sono infatti molteplici e la rete di specialisti serve a tutelare con efficacia e tempestività le necessità delle donne che hanno chiesto aiuto”.

Il percorso terapeutico.

“Un percorso diagnostico terapeutico e assistenziale che prevede la possibilità di eseguire lo screening per infezioni sessualmente trasmesse, l’accesso alla profilassi farmacologica post-esposizione e alla contraccezione post-coitale. Ma altrettanto importante è la raccolta di tutto il materiale probatorio (prelievi tossicologici, citologici, di tipizzazione genetica e campioni di liquidi biologici), fino alla successiva corretta catena di custodia per un eventuale contesto forense. I prelievi tossicologici sono significativi perché, spesso, le violenze avvengono in contesti di abuso da sostanze o da alcol e in sede giudiziaria servono per stabilire la capacità reattiva della vittima”.

“Un posto occupato”.

Anche quest’anno, nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il personale dell’ospedale della Donna e del Bambino ha aderito all’iniziativa un ’Posto Occupato’, riservando un posto concreto a tutte le donne vittime di violenza all’interno della hall del Polo chirurgico Confortini e del padiglione 29, nella sala di attesa degli ambulatori e del Pronto soccorso Ostetrico-Ginecologico.

“Siamo riusciti – aggiunge Franchi, direttore dipartimento Materno Infantile – grazie alla dedizione di tutte le ostetriche, specialiste in Ginecologia e Ostetricia e Pediatria, sanitari Ostetrico Ginecologi e pediatri dell’Aoui di Verona, insieme a Giovanna Del Balzo della Medina Legale, a creare un punto di riferimento per donne e bambine oggetto di violenza sessuale. Il nostro gruppo formato da anni a questo difficile compito è dedicato ad aiutare, curare, consigliare e confortare, con capacità tecnica e umana, le vittime di questo orribile reato sempre disponibile a qualsiasi ora tutti i giorni e le notti”.

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