Carmen: inizio ritardato di 15 minuti per denunciare una “eterna e mortificante precarietà”

Carmen: inizio ritardato di 15 minuti per denunciare una “eterna e mortificante precarietà”.

Venerdì 7 settembre la rappresentazione finale della “Carmen” al Festival Areniano di Verona inizierà con 15 minuti di ritardo. Questo gesto non è casuale, ma una protesta organizzata dai lavoratori della Fondazione Arena di Verona, sostenuti dalle segreterie provinciali Slc Cgil e Fistel Cisl. I sindacati hanno deciso di attuare questa forma di protesta per richiamare l’attenzione sulla difficile situazione che vivono i lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, le cui condizioni salariali sono bloccate da quasi vent’anni a causa del mancato rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

Nonostante lo scorso 30 novembre sia stato raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto per il triennio 2019-2021, i sindacati sottolineano che “ad oggi non abbiamo alcuna notizia certa sulla tempistica dell’approvazione del contratto“. Questo stallo ha lasciato i lavoratori senza gli aumenti salariali previsti, aggravando una situazione economica già insostenibile.

Il comunicato stampa dei sindacati denuncia inoltre il “silenzio assordante” che circonda la presunta ricostituzione dei Corpi di Ballo all’interno delle Fls, un progetto più volte annunciato ma mai realizzato, condannando i lavoratori a una “eterna e mortificante precarietà”.

I sindacati, consapevoli dell’importanza del Festival Areniano e del rispetto verso il pubblico, hanno scelto una forma di protesta che non penalizzi eccessivamente gli spettatori, ma che allo stesso tempo invii un messaggio chiaro alle istituzioni: “non intendiamo mettere in cattiva luce Fondazione Arena di Verona ma più semplicemente vogliamo dare dignità e un giusto salario a tutte le lavoratrici e i lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche“.

Note sull'autore