Cariverona sfratta la Fevoss dall’ex caserma di Veronetta

“Regalo di Natale”: Cariverona sfratta la Fevoss dall’ex caserma di Veronetta.

Cariverona sfratta la Fevoss: la storica associazione benefica di Verona dovrà abbandonare la sede dell’ex caserma Principe Eugenio entro maggio. Questo immobile, che si trova a Veronetta, appartiene alla Fondazione Cariverona, che ha deciso di destinare lo stabile a un progetto di maggiore redditività, legato a strutture per studenti. Una decisione che lascia l’associazione in una situazione di incertezza e preoccupazione per il futuro delle sue attività benefiche.

La comunicazione ufficiale è arrivata tramite una lettera firmata dal presidente di Cariverona, Bruno Giordano, che, pur riconoscendo il valore del lavoro svolto dalla Fevoss, ha intimato lo sgombero entro la scadenza. La notizia non solo mette a rischio le operazioni quotidiane dell’associazione, ma solleva interrogativi sul destino di altre realtà che utilizzano lo stesso edificio come sede operativa.

La vicenda si intreccia anche con le scelte dell’amministrazione comunale. La gestione del patrimonio immobiliare della città è attualmente sotto la supervisione della vicesindaca e assessora all’Urbanistica Barbara Bissoli. Spetterà a lei e agli altri assessori coinvolti decidere se intervenire per cercare di tutelare le associazioni coinvolte o lasciare che il progetto della Fondazione vada avanti senza ostacoli.

L’ex caserma, acquistata da Cariverona nel 2009 per 5,5 milioni di euro durante l’amministrazione Tosi, era soggetta a un vincolo che ne impediva la vendita per 30 anni. In ogni caso negli ultimi tempi, la Fondazione ha richiesto la rimozione di questa restrizione, aprendo le porte a una possibile nuova destinazione d’uso.

Questa decisione ha acceso il dibattito non solo sul futuro della Fevoss, ma anche sul ruolo degli immobili pubblici e sul delicato equilibrio tra interessi economici e sostegno alle realtà sociali. Mentre la scadenza di maggio si avvicina, resta da vedere se verranno trovate soluzioni per evitare che associazioni come la Fevoss debbano interrompere o ridimensionare le proprie attività benefiche.