Un pallone come il mondo: a Verona un Campionato di calcio che unisce culture diverse

A Verona si gioca il campionato di calcio con i cittadini di tutto il mondo: “Per conoscere altri popoli superando i pregiudizi”.

Lo sport come mezzo per abbattere le barriere del pregiudizio: oggi al Centro polisportivo Avesani in via Santini a Verona si disputerà la 18esima edizione di “Un pallone come il mondo”, Campionato mondiale di calcio con partecipanti provenienti da vari continenti. 

L’obiettivo dell’evento organizzato da A.s.d. La Grande sfida onlus è far incontrare e conoscere le culture e i costumi delle comunità presenti sul territorio. Per questo sul campo non si giocherà solo per la vittoria ma anche per aggiudicarsi gli altri due premi in palio, quelli per il Fair play e l’Accoglienza. Nel team della nazionale italiana giocherà anche il sindaco Damiano Tommasi. 

“E’ un piacere essere ancora una volta insieme per presentare questa iniziativa”, ha detto l’assessore alle Politiche giovanili e di partecipazione e alle pari opportunità Jacopo Buffolo, “che ci dimostra come lo sport sia in grado di unire, di far incontrare le culture e creare un clima positivo di costruzione, di confronto e di solidarietà. L’invito ai cittadini è di partecipare numerosi ad una manifestazione che ci aiuta a fare un passo avanti nella capacità di incontrarci e creare relazioni tra diverse culture”. 

Il torneo e i premi in palio. 

Sono otto le squadre partecipanti, divise in due gironi. Nel primo ci sono Marocco, Senegambia, Costa D’Avorio e Paraguay; nel secondo Guinea Conakry, Senegal, Nigeria e Italia. Le prime partite saranno alle 9, per arrivare fino alle 18 quando si disputeranno le finali dove si stabilirà la classifica dal 1° all’ 8° posto. 

Il mondiale prevede tre tipi di vittoria: sportiva, a chi vince sportivamente sul campo, “Fair play, a chi sul campo e fuori si distingue per il comportamento rispettoso delle regole e dei principi del torneo, e “Accoglienza”, che andrà a chi accoglie a bordo campo e attraverso diverse modalità, (con cibi, piatti tipici, bevande o altro) la squadra avversaria, gli arbitri, i sostenitori.

“Negli anni questo torneo ha fatto nascere molte amicizie anche interreligiose”, ha detto il presidente A.s.d. La Grande sfida onlus Roberto Nicolis. “La Grande Sfida infatti è quella di far incontrare le persone per stare insieme non solo per giocare. Sarà una lunga giornata, mangeremo insieme conoscendosi uno con l’altro, per costruire la città attraverso le relazioni. E il calcio è lo strumento che ci permette di conoscere altri popoli superando ogni forma di pregiudizio. Lo faremo andando oltre la sconfitta o la vittoria perché ci saranno anche un premio per l’accoglienza e il fair play”.

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