Verona, fenomeno baby gang.
Pugno duro e cani antidroga dentro le scuole, e non solo fuori: è questa la soluzione proposta dal sindaco Federico Sboarina per contrastare il fenomeno delle baby gang a Verona. Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ha deciso, questa mattina, di adottare il pugno duro. Un giro di vite che da un lato intensificherà la presenza interforze sul territorio, grazie al coinvolgimento di tutte le Forze dell’Ordine. A Verona la situazione è costantemente monitorata e quindi sono già noti luoghi e momenti di ritrovo, sia in centro storico che nelle vicinanze della stazione.
Dall’altro lato, su proposta del sindaco Federico Sboarina, il coinvolgimento del mondo della scuola per iniziare un’attività massiccia di prevenzione in aula. Da Palazzo Barbieri, infatti, l’idea di proporre, ai dirigenti scolastici che ne faranno richiesta, il controllo degli istituti anche grazie all’impiego delle Unità cinofile antidroga. Al momento, infatti, le verifiche con i cani possono riguardare solamente le aree adiacenti i plessi scolastici, ma non è possibile per gli agenti entrare nelle scuole. La settimana prossima il Prefetto convocherà un incontro in cui discutere della questione.
La proposta del sindaco.
“Non permetteremo che l’escalation di violenza vista in altre città, con rapine e attacchi alle auto delle Forze dell’Ordine, colpisca anche Verona – spiega il sindaco Sboarina -. Purtroppo, quello delle baby gang, è un problema che coinvolge tutta Italia, Per questo siamo disposti ad intervenire con il pugno duro ancor prima che il fenomeno possa degenerare. Finora abbiamo monitorato le zone e gli orari in cui queste bande si ritrovano, li conosciamo, ma interverremo con ancora più fermezza presidiando il territorio e, dove richiesto, entrando nelle scuole. Chiederemo il coinvolgimento dell’Ufficio scolastico provinciale e dei dirigenti scolastici, assieme ai Servizi sociali, per fare prevenzione, ma proporrò anche di entrare nelle scuole con i cani antidroga, in maniera ovviamente rispettosa della privacy, della legge e degli studenti. Ma l’esperienza della nostra Unità cinofila dimostra che la sostanza stupefacente viene nascosta ovunque ed è una maniera efficace per contrastare il microspaccio. L’azione capillare che facciamo sul territorio funziona anche per isolare le mele marce dai tantissimi ragazzi veronesi in gamba. Così come facciamo fuori, anche nelle scuole avverrebbe ovviamente nella massima riservatezza e a garanzia soprattutto dei minori”.