Prezzi casa in aumento in 6 province su 7: ai primi posti Rovigo (5,5%), Vicenza (4,4%) e Verona (4,2%).
Il mercato residenziale veneto archivia il secondo trimestre del 2022 con un rialzo dell’1,6%, superiore al valore medio nazionale. Secondo i dati elaborati dall’ufficio Studi di Idealista, il portale immobiliare tra i importanti in Italia, comprare una casa in regione costa di media poco 1.643 euro/m2, in aumento del 3,3% rispetto a 12 mesi fa. Nell’andamento provinciale la tendenza è positiva in tutte le aree con l’eccezione di Rovigo che perde l’1,2% nell’ultimo trimestre. A performare meglio è la provincia di Vicenza, dove i prezzi di richiesta guadagnano il 3,3%. Seguono Verona e Treviso, con rialzi rispettivamente del 2,7% e 2,6%.
Verona (1.899 euro/m2) è tra le province più care per acquistare casa in Veneto, seconda solo a Venezia, con 2.326 euro al metro quadro. Seguono Belluno (1.823 euro/m2) e Padova (1.644 euro/m2), con prezzi sopra la media regionale. All’opposto, la più economica è Rovigo (870 euro/m2).
L’analisi per capoluogo.
Anche nel caso dei mercati delle città si registra un unico calo, che riguarda la città di Belluno (-4,4%), tutti gli altri mercati segnano un trend rialzista guidato da Rovigo (5,5%), Vicenza (4,4%) e Verona (4,2%). Rialzi sopra la media del periodo anche a Treviso (2,4%).
Sul fronte dei prezzi, Venezia (4.419 euro/m²) stacca nettamente tutti gli altri capoluoghi veneti riguardo ai prezzi delle abitazioni usate. A seguire, con valori decisamente inferiori, troviamo Verona (2.317 euro/m²), Treviso (2.175 euro/m²) e Padova (1.966 euro/m²). Rovigo, con i suoi 1.041 euro al metro quadro è il capoluogo veneto più economico.
L’attuale periodo di incertezza che influenza anche il mercato immobiliare.
Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile del centro studi di idealista “l’economia sta attraversando un periodo di enorme incertezza e questo indebolimento inizia a farsi sentire per estensione anche sul settore immobiliare. Dopo un 2021 e un inizio 2022 straordinariamente positivi, la domanda mostra segni di rallentamento nel secondo trimestre.
Per i prossimi mesi il perdurare di una serie di fattori come la guerra russo-ucraina, il caro prezzi e i forti rialzi dei tassi potrebbero produrre una diminuzione della richiesta di mutui frenando la propensione all’acquisto degli italiani nella seconda parte dell’anno, rallentando così la chiusura delle operazioni.
Per il momento però non si prevede una contrazione dei prezzi per una certa carenza di offerta sperimentata nell’ultimo anno che ha determinato una forte tensione sui valori immobiliari, soprattutto nelle città e nelle zone più richieste. La situazione potrebbe peggiorare anche sul fronte dei prezzi dalla fine di quest’anno”,