Sono sempre di più le corse degli autobus Atv annullate per mancanza di personale a Verona e provincia.
Prima il 3%, poi il 4, oggi, giovedì 19, il 5% delle corse degli autobus Atv a Verona e provincia risultano “non garantite” per mancanza di personale, ovvero di autisti. Anche oggi, come ormai accade ogni giorno, è la stessa Atv a informare che “il giorno giovedì 19 ottobre 2023, a causa della mancanza di personale di guida, potrebbero non essere garantite le corse indicate nell’elenco sottostante (pari al 5% del totale delle corse giornalmente effettuate)”.
Una situazione che rischia di diventare insostenibile, e che domani, venerdì 20, dovrà scontrarsi anche con lo sciopero generale dei dipendenti pubblici e privati.
Le corse garantite durante lo sciopero.
Durante lo sciopero di venerdì saranno comunque garantite le corse del servizio urbano di Verona che partono dal capolinea prima delle 9 e quelle comprese tra le 12 e le 14.59. Per il servizio extraurbano invece sono garantite le corse che partono prima delle 8.45 e quelle comprese tra le 11.46 e le 14.45. Non sarà garantito il servizio delle biglietterie, mentre saranno regolarmente effettuate le corse della navetta tra la stazione di Verona Porta Nuova e l’aeroporto Catullo, i servizi conto terzi, scolastici compresi, e il servizio del Santuario Madonna della Corona.
Nelle altre fasce orarie della giornata il servizio non viene garantito.
L’ira dei sindacati.
Quanto sta accadendo ha in ogni caso scatenato l’ira delle organizzazioni sindacali: “Scaricare le responsabilità sui lavoratori Atv – recita infatti una nota di Filt Cgil – accusandoli di assenteismo senza portare lo straccio di un dato o di una prova, e ben sapendo che è proprio grazie allo spirito di sacrificio di questi stessi lavoratori, ora insultati, che l’azienda è riuscita a tirare avanti fino adesso, è un’operazione con la quale la dirigenza Atv cerca di nascondere i suoi fallimenti manageriali”.
“La crisi di autisti (almeno 100 le assunzioni che sarebbero immediatamente necessarie) si protrae a livelli di emergenza da almeno 4 anni, ben prima del Covid. La pandemia ha soltanto aggravato e reso ineludibile una criticità preesistente. Ora però è venuto il momento di dire basta. La realtà da affrontare è che lavorare con orari atipici, sabati, domeniche e festivi inclusi, con uno stipendio di 1.200 – 1.300 euro al mese e con una grandissima responsabilità, non è più accettabile. Che cosa se ne fanno la città e il territorio veronesi di una dirigenza così? Si dimettano”.