L’ateneo di Verona partner di RoboIT, il primo Polo nazionale per il trasferimento tecnologico dedicato alla robotica in Italia.
Il comparto industriale di robotica e automazione è in grande sviluppo e rappresenta un’eccellenza nel mondo. L’Università di Verona con lo scopo di costruire un percorso che punti alla creazione di nuove aziende innovative in grado di sviluppare prodotti robotici, e non solo, partecipa alla costituzione di RoboIT, il primo Polo nazionale per il trasferimento tecnologico della Robotica, con l’obiettivo di valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica, per supportare la nascita di startup concepite nei laboratori delle Università e dei Centri di ricerca di eccellenza.
RoboIT nasce con il finanziamento di 40 milioni di euro da parte di Cdp Venture Capital Sgr, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova e coinvolge, oltre all’università di Verona, l’università di Napoli Federico II e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, tra i maggiori Centri di ricerca in Italia specializzati nel settore. Sono in fase di finalizzazione anche accordi con Enti istituzionali che andranno ad incrementare l’investimento di 40 milioni di euro, con un effetto leva stimato complessivo di 100 milioni di euro in 4 anni per la creazione e lo sviluppo di oltre 50 nuove aziende.
La partecipazione dell’ateneo di Verona come membro fondatore del Polo nazionale per il Trasferimento tecnologico in robotica è un passo importante nel consolidamento del percorso più che ventennale compiuto dai ricercatori veronesi, che hanno creato e consolidato un patrimonio di esperienze scientifiche e tecniche nel campo della robotica, di grande valore nazionale e internazionale.
Il gruppo di Robotica dell’università di Verona è formato da otto docenti le cui competenze coprono una vasta gamma di applicazioni della robotica: dalla chirurgia robotica, che ha ricevuto numerosi finanziamenti internazionali, alla robotica industriale, dimostrata nel laboratorio Ice unico nel suo genere in Italia, alla robotica mobile per l’ambiente, che ha affrontato le problematiche dell’inquinamento sul lago di Garda, alla robotica per l’assistenza alle categorie fragili, con lo sviluppo di sistemi di supporto al movimento e alla riabilitazione, di sistemi di intelligenza artificiale “incorporati” in dispositivi fisici, come ad esempio i sistemi di supporto alla diagnosi clinica, e sistemi di teleoperazioni, che permettono la separazione fisica tra paziente e medico, così importanti nella situazione sanitaria attuale.