Il vino Amarone è in crisi, così mira a contenere la gradazione alcolica: il valore aggiunto che piace ai consumatori.
L’Amarone, re dei rossi veneti, sta progettando il suo futuro con una rivoluzione stilistica, e mira a contenere la gradazione alcolica. Nel 2023, soffre di una leggera diminuzione nelle esportazioni (-12%). Questo a causa di una tendenza negativa nel consumo di vini rossi nel mondo. L’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) ha presentato questo bilancio durante l’evento annuale “Amarone Opera Prima“, organizzato dal Consorzio vini della Valpolicella con la partecipazione di 70 aziende.
Guardando avanti, il Consorzio di Tutela sottolinea la necessità di un Amarone più contemporaneo, con un impegno a contenere il grado alcolico e a passare da un approccio basato sul volume a uno incentrato sul valore. Questa evoluzione di stile risponde alle nuove esigenze di mercato, puntando a un vino equilibrato e ancorato al territorio.
Il presidente del Consorzio, Christian Marchesini, afferma che il consumatore presta sempre più attenzione alla gradazione alcolica, spingendosi verso vini più freschi. Questo cambiamento di stile, sottolineato dal vicepresidente Andrea Lonardi, si traduce in meno appassimenti, un maggiore focus sul territorio e una trasformazione da un vino muscoloso a uno di prestigio e identità.
L’annata 2019 è stata oggetto di degustazione ad Amarone Opera Prima 2024, evidenziando una nuova direzione per il futuro del celebre vino della Valpolicella. L’adattamento alle preferenze in evoluzione del consumatore e agli stili di acquisto emergenti è fondamentale per mantenere l’Amarone al passo con il cambiamento del mercato.