Gli alpini veronesi sull’Ortigara in pellegrinaggio per commemorare i caduti. Il prossimo appuntamento il 16 luglio a Passo Fittanze.
E’ passato oltre un secolo dai conflitti del 1917, ma anche quest’anno oltre 500 alpini veronesi, insieme a famigliari, amici e simpatizzanti, sono saliti sull’Ortigara fino a quota 2.105 metri per commemorare i circa tremila militari italiani che hanno perso la vita su questo altopiano.
Le penne nere si sono date appuntamento ad Asiago e hanno fatto rotta fino alla Colonna Mozza per la cerimonia di commemorazione ai caduti e per la messa concelebrata dal cappellano della sezione veronese don Rino Massella: per lui, da quando nel 1979 è diventato cappellano sezionale, la 44° prima volta sull’Ortigara.
“Sull’Ortigara siamo saliti come ogni anno in silenzio, quasi in raccoglimento, perché questa montagna, più degli altri luoghi, porta ancora intatta la memoria e i segni evidenti degli eserciti che si contrapposero, nessuno di noi alpini sale senza provare emozione sull’Ortigara”, spiega il presidente dell’ANA Verona Maurizio Trevisan.
Prossimo appuntamento a Passo Fittanze.
L’appuntamento con la storia per l’Ana Verona prosegue anche questa settimana con il pellegrinaggio a Passo Fittanze domenica, il 16 luglio. Sopra Erbezzo, sotto il monumento delle aquile, alle 11, sarà il vescovo di Verona monsignor Domenico Pompili a celebrare la messa insieme al capellano sezionale.
“La sezione di Verona ha partecipato in forze per onorare le Aquile del reggimento del VI alpini. Noi alpini non dimentichiamo. Sull’Ortigara, insieme ad amministratori, forze dell’ordine, militari in armi, rappresentanti austriaci e sloveni, ricordiamo i protagonisti di allora senza distinzione di nazionalità e di grado, perché tutti i caduti hanno diritto al massimo onore, rispetto. Questo monte, questa pietraia che ancora porta i segni della battaglia, è un sacrario a cielo aperto”, sottolinea Trevisan.
Da qui, il raccoglimento della sezione dell’Ana Verona per i circa 250 alpini veronesi che proprio su questi prati hanno perso la vita. Del resto, sono proprio i numeri a raccontare la storia e a dare la dimensione della tragedia che qui si è consumata: su questa cima persero la vita qualcosa come 2.865persone tra militari e ufficiali dell’esercito italiano e 992 dell’esercito austro-ungarico, senza contare i 5.600 dispersi italiani e i 1.515 dello schieramento opposto. Terribile il conteggio dei feriti: 16.734 italiani e 6.321 austriaci. Il tutto in appena 20 giorni di battaglia.