I numeri di Confcommercio Verona in vista della Pasqua in zona rossa.
Pasqua in zona rossa, dopo la Pasqua in lockdown dello scorso anno: per Confcommercio Verona la situazione rischia di diventare ormai insostenibile. “Un calo medio dell’80% per i pubblici esercizi (bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie), del 70% per il commercio al dettaglio e l’ambulantato – settori in cui “resiste” solo l’alimentare – del 90% per il comparto ricettivo, con il tasso di occupazione delle camere vicino allo zero”.
Eccola la fotografia della seconda Pasqua consecutiva in lockdown scattata da Confcommercio Verona, che evidenzia un crollo verticale rispetto ai dati del 2019. E se chiusure e limitazioni dell’analoga festività del 2020 avevano assestato un duro colpo alle imprese del terziario di mercato e del turismo, quelle di quest’anno rischiano di spingere sul baratro migliaia di aziende veronesi, particolarmente penalizzate in quanto attive in un territorio che vive prevalentemente di turismo e commercio.
“La zona rossa scattata a metà marzo, che nella migliore delle ipotesi proseguirà fino al 14 aprile per lasciar spazio, bene che vada, all’arancione – commenta il presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena – presenterà secondo le nostre stime un conto di 500 milioni di euro di mancate entrate al Sistema Verona. Soltanto nei giorni di Pasqua, con ristoranti e bar chiusi e zero clienti negli alberghi, si perderanno circa 100 milioni di euro rispetto al 2019″.
“Una catastrofe economica – la definisce il direttore di Confcommercio Verona Nicola Dal Dosso – che non è assolutamente compensata da ristori ancora tardivi e insufficienti, che bastano a malapena a coprire poche spese fisse e dai criteri di accesso troppo restrittivi. Non è pensabile che le imprese possano sopportare ancora a lungo questa situazione di gravissimo danno economico e profonda incertezza”.
“Le nostre imprese, come evidenziamo nella campagna di sensibilizzazione lanciata lunedì da Confcommercio Verona – riprende Arena – vogliono semplicemente lavorare. Se la prossima settimana i numeri del contagio, come auspichiamo, saranno in calo, chiediamo si proceda con le opportune valutazioni e si consentano in sicurezza le riaperture al più presto, senza attendere sino a maggio: siamo al bis del 2020 e questa volta l’epilogo rischia di essere tragico per l’intero tessuto economico e sociale, con chiusure e perdite di posti di lavoro irrimediabili”.