Caccia all’uomo in via Mazzini, indagati 23 militanti di Casa Pound – VIDEO

Per l’aggressione in via Mazzini indagati 23 militanti di Casa Pound.

Una vera e propria caccia all’uomo, o meglio al ragazzino, quella che avrebbero compiuto 23 militanti di Casa Pound nel pieno centro di Verona lo scorso gennaio. Stamane all’alba la Digos, con la collaborazione del personale della Direzione Centrale della polizia di Prevenzione, ha perquisito le case di 23 militanti di Casa Pound. In particolare i 23 sono accusati dell’aggressione a un minorenne in pieno centro. Era il 22 gennaio scorso quando un ragazzino di soli 17 anni veniva aggredito nella centralissima via Mazzini sotto gli occhi attoniti di chi si trovava lì per fare shopping o semplicemente per godersi la bella giornata di sole.

La caccia.

La vittima non era sola, ma in compagnia di altri 4 amici, tutti minorenni proprio come lui e tutti “colpevoli” di aver incontrato sulla propria strada altri giovani, più grandi di loro, che quel pomeriggio, secondo gli investigatori, avevano deciso di percorrere le vie del centro cittadino con un obiettivo: dare la “caccia” a chiunque sembrasse appartenere ad una “baby gang”.  Sarebbe stato questo il movente dell’aggressione, anche se la vittima e i suoi amici non appartengono a bande giovanili; probabilmente il loro modo di vestire, i loro tratti somatici o chissà cos’altro hanno fatto sì che venissero così etichettati dal “gruppo” e quindi ritenuti meritevoli di “attenzione”.

La sfida sui social.

L’aggressione nascerebbe però da una sfida lanciata sui social tra giovani appartenenti alla formazione di estrema destra CasaPound Italia e un giovane verosimilmente appartenente alle sedicenti baby gang, dimorante in provincia di Milano. Agli insulti scambiati reciprocamente sui social, seguiva un appuntamento per la resa dei conti in zona Torricelle che, secondo i piani, si sarebbe dovuto svolgere proprio nel primo pomeriggio di sabato 22 gennaio. Il tutto non sfuggiva, però, alla Digos scaligera che, oltre a denunciare il giovane di Milano per istigazione a delinquere, tenuto conto dei contenuti preoccupanti dei messaggi postati, monitorava costantemente le mosse dei giovani de “Il Mastino” (riconducibile a Casapound Italia) per evitare che i due gruppi potessero dare seguito a quanto minacciato.

I 23 di Casa Pound.

Nel primo pomeriggio di sabato 22 gennaio, sopra le “Torricelle” venivano così identificati dal personale Digos 23 giovani, tutti vestiti di scuro, alcuni con degli ombrelli al seguito nonostante la giornata di sole, e tutti appartenenti a Casapound Italia/Blocco Studentesco. Alcuni di loro erano giunti da altre province.

Sarebbero stati lì pronti ad intercettare la controparte nell’eventualità che quest’ultima avesse deciso comunque di presentarsi all’appuntamento. Dopo averli allontanati, i 23 si dirigevano in centro città sempre intenzionati a cercare qualcuno da “affrontare”: infatti, giunti compatti all’altezza di Porta Leoni, iniziavano ad inveire nei confronti di un ragazzo che aveva avuto l’unica responsabilità di incrociare il loro cammino. Essendosi accorti della presenza del personale Digos, decidevano di desistere.

L’aggressione.

Incamminatisi in via Mazzini raggiungevano piazza Bra; alcuni, come già avuto modo di riscontrare in precedenza, erano muniti di ombrelli nonostante la giornata di sole. Approfittando dell’allontanamento momentaneo della pattuglia Digos per un altro intervento in piazza Bra, il gruppo tornava in via Mazzini e agganciava le giovani vittime all’altezza della fontanella presente dinanzi la farmacia “Due Campane”. Dopo avergli rivolto insulti e dopo averli minacciati, decidevano di passare alle vie di fatto: nel giro di pochi minuti uno dei cinque giovani veniva ripetutamente aggredito dal gruppo. Infatti, dopo aver ricevuto calci e pugni da parte di tre militanti di Casa Pound, comunque spalleggiati dall’intero gruppo, il giovane veniva nuovamente afferrato all’altezza del negozio “Grand Vision”.

Durante questa seconda aggressione, mentre uno dei militanti di estrema destra (già resosi responsabile della prima aggressione) afferrava e immobilizzava la testa del giovane stringendola in un braccio, lo costringeva a voltare il volto verso gli altri militanti di Casa Pound in questo frangente, due di loro (di cui uno responsabile anche della prima aggressione), lo colpivano nuovamente con calci e pugni al volto. Gli altri amici della vittima riuscivano, invece, a scappare per le vie del centro. Al giovane, immediatamente soccorso, veniva riscontrata una “policontusione” e “possibile infrazione ossa nasali con prognosi di 15 giorni.

Le perquisizioni.

Stamane, martedì 8 marzo, coordinati dalla Procura scaligera e dalla Procura per i Minorenni di Venezia, e con la collaborazione del personale della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, della Digos di Trento e di Rimini, è stata data esecuzione ai decreti di perquisizione personale e locale a carico di 23 giovani appartenenti al movimento politico Casapound Italia/Blocco Studentesco ritenuti tutti responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, dei reati di lesioni personale aggravate (dai futili ed abietti motivi, dall’aver agito con premeditazione e in gruppo) e violenza privata aggravata ai sensi dell’art. 339 c.p. (violenza commessa da più persone riunite). La maggior parte noti a questo Ufficio per la loro militanza nella compagine di estrema destra, hanno un’età compresa tra i 45 e i 17 anni (due risultano minorenni) di cui 12 con precedenti di polizia anche specifici.

All’esito delle perquisizioni, sono stati sequestrati abiti e accessori utilizzati durante l’aggressione e diversi dispositivi elettronici utili per il prosieguo delle indagini. Il procedimento penale non risulta concluso e la colpevolezza dei soggetti dovrà essere accertata con sentenza irrevocabile.

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