Accusati di stupro, condannati i 5 calciatori della Virtus Verona

Condannati i 5 calciatori della Virtus Verona accusati di stupro di gruppo.

La Corte d’Appello di Venezia lo ha confermato: condannati i cinque calciatori della Virtus Verona coinvolti in un grave caso di violenza sessuale risalente al 2020. Nonostante alcune riduzioni di pena, le accuse sono state ritenute valide, ribadendo le responsabilità penali dei giocatori per quanto avvenuto quella notte.

I fatti e il processo.

L’episodio del 18 gennaio 2020, coinvolgeva cinque ragazzi della Virtus Verona, squadra allora militante in Serie C. Dopo una partita contro il Cesena conclusasi in pareggio, uno dei giocatori aveva invitato una giovane studentessa universitaria ventenne a unirsi al gruppo per una serata di festa. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la ragazza sarebbe stata indotta a bere alcolici durante un gioco, fino a trovarsi in uno stato di alterazione che le avrebbe impedito di opporsi ai successivi abusi.

Quattro dei calciatori avrebbero avuto rapporti sessuali con la giovane mentre un quinto, Daniel Onescu, si sarebbe limitato a riprendere la scena con il cellulare. La vicenda era emersa poco dopo grazie alla denuncia della vittima e aveva portato all’avvio di un procedimento penale.

In primo grado, i cinque imputati erano stati condannati a sei anni di reclusione per violenza sessuale aggravata.

Sentenza d’appello: pene confermate e ridotte.

La Corte d’Appello ha confermato la sostanza delle accuse, sebbene vi siano state alcune modifiche alle condanne.

  • Stefano Casarotto, attualmente in forza all’FC Union Pro di Mogliano Veneto, ha ottenuto una riduzione della pena, passando da sei anni a tre anni e quattro mesi.
  • Stessa riduzione per Gianni Manfrin, l’unico ancora nella Virtus Verona.
  • Daniel Onescu, che aveva filmato l’accaduto, ha riconosciuto le accuse e patteggiato la pena. Per lui ci sarà un concordato in appello.
  • Rimangono invariate, invece, le condanne a sei anni per Santiago Visentin, ora all’Audace Cerignola, e per il veronese Edoardo Merci, attualmente impegnato in una squadra universitaria americana e “amico” della vittima.

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